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Credi in Dio? Una conversazione (pagg. 56-60)

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... -credi in Dio?…- Sento il passaggio dell’infinito, rispose, la fuga all’infinito. Quando si squarciano le nubi all’orizzonte, al soffio di quel vento -allo spirare di quel vento (spiro), al sospiro, al respiro all’aspirazione di quel vento- appare l’infinito, e quieta e travolgente illuminazione d’immensità ‘ti casca addosso’... È l’onnipotente luce che ti investe e si affida a te con quel sorriso oceanico che sale di là dagli orizzonti, dagli spazi, e si manifesta come l’ondata d’azzurro che adombra e informa la sfera del firmamento, col riso dell’universo, col riso della notte universale, più sconfinata di tutto il sorriso solare; l’onnipotente notte con la fiorente e fiorita e mortale solarità delle stelle, con l’immortalità della luce fuggente nella sconfinatezza di un deserto che arde…

Dove naufraga la luce, dove si ricrea la luce, in quale fuga d’infinitezza plasma il suo esilio… dove si confina, dove sconfina la luce, la solarità della luce delle stelle, dei miliardi di stelle, delle irrompenti costellazioni, delle galassie, dei nembi astrali che circolano e si  disfan in luce?… E noi che vediamo?… e tu che vedi?… Lo chiami l’infinito sorriso della notte, ed è l’inquietante ondata dell’universale universo che si sposta -dove?- Est, ovest, sud, nord, sulla croce dei venti, sulla croce delle ispirazioni, sulla croce della sofferenza immanente, sulla croce della croce, sulla sfera senza circonferenza e centro, sfera della dilatazione e dello spazio… e la parola si consuma e si danna, disperata, nel suo approssimante nominalismo… E delira dell’ignoto e della ignoranza che la riempie e la svuota…

Dov’è Dio?… Credi in Dio?… che significa se sei disperatamente chiuso in questa universale incapacità e incompiutezza… di cui nulla sai immaginare, di cui nulla avverti che una innaturale voragine di luce che è altrettanto voragine di tenebra, che nel suo voraginoso essere e distendersi non ha, tuttavia, perduta la luminosità?!… Che significa… quando il non-senso supera senso e significato e in quello altro indizio di significazione scambia in non senso e si esalta… e così avanti… oltre, oltre… la voragine oltre la voragine ed essa è solo un ‘punto’ che non ha estensione né misura… punto inesteso e smisurato… un punto… il punto; un punto imperioso come un segno di interpunzione e di configurazione, ma senza quella crudeltà di cesura, di taglio, di fine… Punto e basta!… come è il punto alla fine della frase o del capitolo…

No!… Punto e non basta… A che cosa basta la compiutezza?… A che cosa non basta l’incompiutezza?… Punto! ed è la quiete vitale e accesa[3]; punto! Ed è l’avvio della inquietudine… Punto, ed è l’eternità viva; punto ed è l’avvio del dramma: tragedia e commedia, finché la commedia emerge con dolorosa felicità, identificandosi con la tragedia; finché la tragedia compenetrata dalla commedia non superi se stessa nel ritrovamento della bellezza, della gioia, della luce. Con una sola parola riassuntiva: della ‘grazia’… Solo punto d’avvio, di compimento… fiat lux. Sia luce. Fino all’ultimo. Fino all’ultimo ‘sempre’…

 

71]

                   Immagine!…

… ‘mamma, mamma’!…

uguali al respiro le sillabe,

uguale cesura

misurava la tua lunga agonia…

 

… La ‘mano’ aggiustava - o la madre? -

con invisibile ombra di carezza

l’affranto, mite, lume

della tua somiglianza bambina… (abbozzo)

 

72]

… Dio!

Voce!… non sono finiti i massacri,

e noi!…

 Contemporanei di tutti i misfatti.

Protagonisti, vittime

Noi!…

blasfemi! Colti in flagrante delitto.

Auschwitz, Chatila

Cambogia, la Piazza celeste,

El Salvador, le favelas, l’Armenia,

il deserto, il deserto, il deserto

l’Etiopia, le nevi asiatiche, i geli,

il veleno dei fiori, l’amore corrotto…

Colti in flagrante delitto!…

Noi uccidiamo in noi ‘la nascita eterna’

 

Al principio fu lanciata la luce dell’immagine

apparizione o lamento

della tua desolata carità? -

rimbalzò la bellezza, s’accese la penombra

fu sterminio per l’aridità della terra.

Il germe generò

Spaccò lunghi solchi,

Spirò dall’inizio, dall’inerzia

il primogenito con la prima sembianza dei risorti

e noi, in attesa,

nel flagello che noi stessi sferriamo…      

Dio! Dio! Dio!

Dio di morte e tumori

di tutte le agonie

in tutte le agonie!

Dio!

Dio!

Dio!

Siamo pazzi della nostra solitudine.

 

Sei l’Altro!… Altro!?… non sei noi…

Sei in noi con agghiacciante sconfitta,

dimori; si dice che soffri.

La tua storia è il nostro fatale

il grido folgorante nel tuo cuore

ed è quella folgore

che incenerisce in noi il ‘natale dell’anima’…

 

Nel giorno dei giorni

fu divulgata la morte

la nostra, la tua.

È stata trafitta la ‘gioia’

la Notte! La nostra, la tua…

Dio!

Dio!

Dio!

È stata trafitta la ‘gioia’, la Notte

la nostra, la tua…

È stata annegata la Gioia - o l’Agonia?

nei laghi misteriosi di sangue

nei mari d’ombra e di sangue

 

Gioia!

Gioia!

Gioia!

 

Morte

 

Dio

 

Insaziate solitudini:

Gioia

Morte!

Dio…                                             (Abbozzo)

 


 

 

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