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Don Cristian Meriggi - 3 dicembre 2013

Azione ordinaria del demonio: tentazioni quotidiane; azione straordinaria del demonio: vessazioni, infestazione, ossessione, possessione ... l'infondatezza e l'immoralità delle pratiche magiche. preghiere di guarigione ed esorcismi. 

"Il demonio e gli angeli ribelli tentano di associare l'uomo alla loro ribellione (definitiva) contro Dio"

(C.C.C. n.414)

 

Si è scelto di non riprendere il relatore, uno dei quattro esorcisti della diocesi di Firenze.

 

SINTESI SCHEMATICA DELL'INCONTRO


Catechesi mensile del ciclo: “La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’anno vinta”

Il demonio e gli angeli ribelli tentano di associare l’uomo alla loro ribellione (definitiva) contro Dio” (C.C.C. n.414).

 

Concilio Vaticano secondo, Gaudium et Spes:

Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall’origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l’uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l’aiuto della grazia di Dio”. (GS. 37)

 

1 Lettera di San Giovanni Ap.:

Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. 2Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. 3Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. 4Chiunque commette il peccato, commette anche l'iniquità, perché il peccato è l'iniquità. 5Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non vi è peccato. 6Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non l'ha visto né l'ha conosciuto.7Figlioli, nessuno v'inganni. Chi pratica la giustizia è giusto come egli è giusto. 8Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo. (1Gv 3, 1-8).

 

Catechismo della Chiesa Cattolica al n° 413 … “Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo” (1Gv 3,8). Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l'uomo a disobbedire a Dio. (CCC 395) … Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni - di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica - per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa dalla divina provvidenza, la quale guida la storia dell'uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell'attività diabolica è un grande mistero, ma “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28).

 

Azione ordinaria del demonio: tentazioni quotidiane;

Racconto delle tentazioni: leggi Lc. 3, 1-13

 

Dalla Gaudium et Spes:

Costituito da Dio in uno stato di giustizia, l’uomo però, tentato dal maligno, fin dagli inizi della storia abusò della libertà sua, erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine al di fuori di Dio. Pur avendo conosciuto Dio, gli uomini non gli hanno reso l’onore dovuto a Dio... ma si è ottenebrato il loro pazzo cuore... e preferirono servire la creatura piuttosto che il Creatore. Quel che ci viene manifestato dalla rivelazione divina concorda con la stessa esperienza. Infatti se l’uomo guarda dentro al suo cuore si scopre anche inclinato al male e immerso in tante miserie che non possono certo derivare dal Creatore che è buono. Spesso, rifiutando di riconoscere Dio quale suo principio, l’uomo ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine, e al tempo stesso tutto il suo orientamento sia verso se stesso, sia verso gli altri uomini e verso tutte le cose create. Così l’uomo si trova in se stesso diviso. Per questo tutta la vita umana, sia individuale che collettiva, presenta i caratteri di una lotta drammatica tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre. Anzi l’uomo si trova incapace di superare efficacemente da se medesimo gli assalti del male, cosí che ognuno si sente come incatenato. Ma il Signore stesso è venuto a liberare l’uomo e a dargli forza, rinnovandolo nell’intimo, e scacciando “il principe di questo mondo” (cfr. Gv. 12, 31), che lo teneva schiavo del peccato. Il peccato è, del resto, una diminuzione per l’uomo stesso, impedendogli di conseguire la propria pienezza. Nella luce di questa rivelazione trovano insieme la loro ragione ultima sia la sublime vocazione e sia la profonda miseria, che gli uomini sperimentano”. (GS. 10)

 

Sulla magia:

Sostiene il libro del Deuteronomio:

10Non si trovi in mezzo a te chi fa passare per il fuoco il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o il presagio o la magia, 11né chi faccia incantesimi, né chi consulti i negromanti o gli indovini, né chi interroghi i morti, 12perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore. A causa di questi abomini, il Signore, tuo Dio, sta per scacciare quelle nazioni davanti a te”.(Dt. 19,10-12)

 

e gli Atti degli Apostoli:

18Molti di quelli che avevano abbracciato la fede venivano a confessare in pubblico le loro pratiche di magia 19e un numero considerevole di persone, che avevano esercitato arti magiche, portavano i propri libri e li bruciavano davanti a tutti. Ne fu calcolato il valore complessivo e si trovò che era di cinquantamila monete d'argento. 20Così la parola del Signore cresceva con vigore e si rafforzava”. (Atti 19, 18-20)

 

e la Nota Pastorale dei vescovi Toscani afferma:

12. La magia come atto moralmente illecito

Il cristiano non può accettare la magia perché non può accettare di posporre il vero Dio alle false credulità. Allo stesso modo non può accettare di ritenere che la sua vita sia dominata da forze occulte manipolabili a piacimento con riti magici o che il suo futuro sia scritto in anticipo nei movimenti stellari o in altre forme di presagio. «Dio - dice il Catechismo della Chiesa Cattolica - può rivelare l’avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell’abbandonarsi con fiducia nelle mani della Provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo. L’imprevidenza può costituire una mancanza di responsabilità».

13. Il maleficio e la sua inaccettabilità

Una forma particolare di magia, finalizzata a nuocere al prossimo, è rappresentata dal cosiddetto maleficium. Tommaso d’Aquino l’annovera tra i peccati mortali. Volgarmente viene chiamato «malocchio» («male fatto con lo sguardo») o «fattura» («fare qualcosa di simbolico con l’intenzione di augurare del male o danneggiare»). Si tratta di forme rozze e popolari di magia, a volte poste in atto per ignoranza o per ingenuità, altre volte con una vera e propria intenzione maligna... Tra la nostra gente è molto diffusa l’idea della «fattura» eseguita a danno di qualcuno. Essa viene generalmente intesa come un atto di maledizione, un gesto di condanna o un fenomeno di suggestione in grado di arrecare del male a coloro ai quali è rivolto, senza che si pensi - almeno in modo diretto o esplicito - ad un atto di natura demoniaca. Nonostante il suo carattere di ingenuità, tale atto è da considerare come inaccettabile dal punto di vista cristiano nella misura stessa in cui si pone come un agire contrario alla virtù di religione, alla giustizia e alla carità. Non si può accettare che qualcuno desideri e operi per il male di qualcun altro. Ben più grave è il «maleficio» che ha la presunzione di consegnare ciò che ne è l’oggetto (elementi inanimati, animali e soprattutto persone) al potere o comunque all’influsso del demonio. In simili casi, in quanto è attuato con questa specifica presunzione, assume la forma della magia «nera» e costituisce un agire gravemente peccaminoso. Alcuni fedeli si domandano: è vera la «fattura»? Ha effetti reali? Il demonio si può servire di persone cattive e quindi di gesti come la «fattura» o il «malocchio» per fare del male a qualcuno? La risposta è certamente difficile per i singoli casi, ma non si può escludere, in pratiche di questo genere, una qualche partecipazione del gesto malefico al mondo demoniaco, e viceversa. Per questa ragione la Chiesa ha sempre fermamente rifiutato e rifiuta il «maleficium» e qualunque azione ad esso affine.

 

Azione straordinaria del demonio: infestazione, vessazione,ossessione, possessione e soggezione; esorcismo ...

14. Azione di satana e possessione

La possibilità che qualcuno sia sottomesso alle forze del male e perfino a Satana è un dato attestato, in diversi modi, nell’esperienza e nella coscienza di fede della Chiesa. Occorre ricordare che satana è in grado di interferire con la vita dell’uomo ad un duplice livello: con un’azione ordinaria, tentando l’uomo al male (Gesù stesso ha accettato di essere tentato), e ciò riguarda tutti i fedeli; e con un’azione straordinaria, permessa da Dio in alcuni casi per ragioni che Egli solo conosce.

Questo secondo livello di azione si manifesta in svariate forme:

- come disturbi fisici o esterni, come si può constatare in alcuni fenomeni delle vite dei santi, o infestazioni locali su case, oggetti o animali;

- come ossessioni personali, ossia pensieri o impulsi che gettano in stati di prostrazione, disperazione o tentazione di suicidio;

- come vessazioni diaboliche corrispondenti a disturbi e malattie che arrivano a far perdere la conoscenza, a compiere azioni o pronunciare parole in odio a Dio, a Gesù e al suo Vangelo, a Maria e ai santi;

- come possessione diabolica, ossia come presa di possesso dei corpo di un individuo ad opera del demonio, il quale lo fa parlare o agire come vuole, senza che la vittima possa resistere; è chiaramente la situazione più grave.

Il Vangelo parla della possibilità di una presenza diabolica nell’uomo: il soggetto che ne è vittima diventa come una «casa» di cui il nemico ha preso possesso (Mc 3,22-27); e descrive interventi di liberazione da situazioni di questo genere operati da Gesù. Per quanto di difficile interpretazione, non si può pensare che simili interventi siano da comprendere tutti e sempre come risposta a situazioni di dissociazione psicologica o di isterismo. A meno di ritenere che Gesù sia stato vittima di una superstizione primitiva, non sembra si possa accettare che il «tu» che egli usa nei suoi esorcismi (ad esempio in Lc 4,35); (Lc 8,30-33) sia un’espressione meramente astratta, designante un «nulla>’. Va tenuto in considerazione, peraltro, che Gesù interviene non solo sulla possessione di ordine fisico, ma anche su quella di ordine morale. Le forme di influsso demoniaco, per quanto misteriose, non possono essere interpretate solo come situazioni a sfondo patologico; esse devono ricevere una valutazione teologica nella misura stessa in cui si presentano come in antitesi col progetto di salvezza di Dio sulle sue creature. La persona umana, creata a immagine e somiglianza del Creatore e redenta da Cristo, è chiamata alla comunione con Dio e alla partecipazione della sua vita trinitaria; tale è l’evento della grazia battesimale e il dono dello Spirito Santo diffuso nei nostri cuori. L’azione di satana, nelle sue diverse espressioni, si contrappone oggettivamente alla vocazione salvifica dell’uomo e alla sua chiamata alla vita di Dio. Per questo la Chiesa non può restare indifferente di fronte a simili casi; essa si sente autorizzata ad intervenire. Come sacramento della salvezza di Cristo sa di aver ricevuto il mandato di discernere e di operare per opporsi ad ogni forma di male o di forza maligna che tenti di condurre l’uomo all’errore e si contrapponga alla realizzazione della redenzione di Cristo nella vita dei credenti. Per quanto sia difficile discernere i confini tra situazioni psicotiche e situazioni di effettivo influsso demoniaco non si può - in nessun caso - sottovalutare la gravità della sofferenza di quei fedeli che si sentono vittime di simili fatti. Né ci si può limitare a generiche o spicciative condanne. La Chiesa comprende la sofferenza di questi fratelli e di queste sorelle e si impegna ad assumere - nella persona dei suoi ministri - un atteggiamento di umana comprensione e di aiuto, evitando sia ogni eccesso di razionalismo o di freddo distacco che ogni forma di fideismo o di ingenua credulità.

 

17. Gli esorcismi

Soltanto dopo aver fatto uso di tutti i mezzi che la Chiesa offre, ci si orienti a far ricorso all’esorcismo. Si tratta, in questo caso, di un vero e proprio sacramentale. «La Chiesa è stata sempre sollecita nel disciplinarlo, specialmente se lo si compie informa di celebrazione liturgica. Negli esorcismi, infatti, si esercita il potere e l’autorità della Chiesa sui demoni». Questo ministero - nella sua forma pubblica - è esclusivo dei Vescovi e dei presbiteri a cui sia stato delegato dai loro Ordinari. «L’esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dall’influenza demoniaca, e ciò mediante l’autorità spirituale che Gesù ha affidato alla sua Chiesa. Molto diverso è il caso di malattie, soprattutto psichiche, la cui cura rientra nei campo della scienza medica. E importante quindi accertarsi, prima di celebrare l’esorcismo, che si tratti di una presenza dei Maligno, e non di una malattia».

Tale opera di discernimento deve essere svolta prima in modo accurato, ma lo stesso esorcismo assolve - in parte - a questa funzione in relazione ai segni che lo precedono, lo accompagnano e lo seguono. «Secondo la prassi un tempo riconosciuta si considerano come segni specifici: proferire molte parole in una lingua sconosciuta o capire chi la parla; manifestare cose lontane o occulte; dimostrare forze superiori alla natura dell’età o della condizione». Questi segni costituiscono d’altronde solo dei primi indizi. Ad essi vanno collegati quelli di carattere morale, come l’avversione alle realtà religiose, il rapporto tra il comportamento del soggetto nei confronti della fede e della vita cristiana e il fallimento di tutte le altre pratiche. I segni vanno inoltre interpretati caso per caso. Sul piano della catechesi si dovrà operare perché i credenti non cerchino nell’esorcismo una sorta di magia che funziona: bisognerà educarli nella maniera più adeguata e corretta. Sul piano liturgico, facciamo nostra la raccomandazione del rituale perché «l’esorcismo si compia in modo che manifesti la fede della Chiesa e che da nessuno ragionevolmente possa essere considerato come un’azione magica o superstiziosa. Bisogna inoltre evitare che diventi spettacolo per i presenti o venga divulgato con i mezzi di comunicazione sociale».

“La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’anno vinta”

A proposito di Magia e Demonologia, Nota pastorale dei vescovi toscani, Firenze 1997.  

 


 

Nota biografica del relatore a cura della redazione:
 
Don Cristian Meriggi nasce nel 1970 a Scandicci (FI). Entra nel Seminario Minore di Firenze il 4 ottobre del 1988. Frequenta l’istituto magistrale diplomandosi nel luglio del 1992. A settembre dello stesso anno entra nel seminario Arcivescovile Maggiore Fiorentino dove frequenta il quinquennio teologico all'attuale Facoltà Teologica dell’Italia Centrale.
Il 7 giugno del 1998, per le mani dell’allora Arcivescovo di Firenze, il Cardinale Silvano Piovanelli, viene ordinato, per grazia di Dio, sacerdote. Dopo due mesi di ministero, il 2 settembre, viene nominato vice parroco della Parrocchia di San Tommaso Apostolo a Certaldo. Nei primi anni di sacerdozio è stato assistente del settore giovani di Azione Cattolica e vice assistente del Centro Diocesano Giovani. 
Attualmente è parroco nella chiesa di San Frediano in Cestello – via del Cestello, 4 – a Firenze.
 
Ha pubblicato, con le edizioni Segno, il libro “L'altra faccia dell'occulto” e “Maria, Madre di Dio, protezione nella lotta contro il male”. Ha pubblicato, inoltre con le edizioni Aleph, “Dalle tenebre alla luce”.  
 
È membro dell’AIE (Associazione Internazionale Esorcisti).
È uno dei quattro Sacerdoti autorizzati a compiere esorcismi nella diocesi di Firenze. Gli altri sono: don Francesco Bazzoffi, can. Luigi Oropallo e don Renzo Ventisette.
Per poter avere un incontro con l'esorcista, occorre innanzitutto sottoporsi ad un colloquio, detto di "ascolto previo". Solo in seguito a tale colloquio sarà possibile recarsi dall'esorcista.
 
 
L'ascolto previo sarà fatto solo da uno dei seguenti sacerdoti incaricati:
 
- Alessandrini p. Gabriele - Servi di Maria - Via Cesare Battisti, 6 - 50122 Firenze - tel. 055 266181 
 
- Silicani p. Gualtiero - Chiesa di S. Giovannino degli Scolopi - Piazza S. Lorenzo, 6 - 50123 Firenze - tel. 055 284360

Padre Cesarino Cinelli, francescano - Chiesa di san Salvatore a Monte (sopra il piazzale Michelangiolo) - Via di S. Salvatore al Monte, 9 - 50125 Firenze (FI)  - tel. 055 2001882

 

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