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Eucarestia e Matrimonio, unico mistero Nuziale

Sabato 9 Giugno – Chiesa del Corpus Domini – Firenze

 

Introduzione

Siamo qui davanti al Signore alla vigilia della festa grande del Santissimo Corpo e Sangue di Gesù. Desideriamo esprimere il nostro grazie sincero dal profondo dell’anima per la Sua Presenza Eucaristica in questa Chiesa e in tutti i Tabernacoli della Terra. Lo facciamo lodando, benedicendo, adorando il mistero grande del Suo amore che dal seno della S.S. Trinità è incessantemente offerto a noi nei fragili segni del pane e del vino per la nostra salvezza eterna. E lo facciamo entrando in punta di piedi nel cuore del Mistero Grande dell’amore sponsale della Trinità, dove le tre persone Divine vivono la danza nuziale dell’Amore nella reciprocità del dono e nella complementarietà delle differenze in un perfetto e continuo fluttuare d’Amore che sprigiona quel Fuoco incessante della Grazia che tutto crea e a tutto dà la vita. Ma fra tutte le creature sgorgate dal cuore della Trinità solo l’uomo ne diventa la Sua  immagine viva, perché da Lui creato a Sua somiglianza nella capacità di accogliere e restituire amore.

E per rivelargli la profondità e la bellezza del Suo Progetto d’amore e di  salvezza ha scelto di raccontarsi nel linguaggio della nuzialità umana, configurando il simbolo nuziale come il “cuore “ del Mistero. Quel desiderio di renderlo partecipe  della  comunione  d’amore trinitaria  non era stato accolto da quel Popolo scelto e amato di un amore unico e indissolubile. L’antica alleanza si infrange a causa dell’infedeltà di  Israele,  promessa sposa amatissima  che resiste all’infinita tenerezza di Dio, Sposo appassionato che  continua invece a cercarla, a chiamarla, ad invitarla attraverso la voce di tanti profeti . Finchè arriva il tempo delle Nozze. Se le voci dei profeti non avevano fatto breccia nel cuore della promessa Sposa il Padre manda la Parola, il Figlio come icona dello Sposo giunto a riprendere l’umanità per riportarla al primitivo progetto nuziale:  per restituirle la bellezza originaria e renderla finalmente Sua Sposa deve amarla di un amore esclusivo e totale e  raggiungerla fin nel baratro dove era finita. Amarla fino a darle tutto di Se’ , con il dono supremo della vita. Solo sull’altare della Croce, dal fianco trafitto del Crocifisso nasce la Chiesa-Sposa : si consumano le Nozze per una  Nuova ed eterna alleanza acquistata con il  prezzo del Sangue del Figlio.

In.. quel sacrificio d’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ogni relazione coniugale, genitoriale, filiale, fraterna, trova la sua sorgente; da allora ogni amore si alimenta e prende vita dall’unico atto supremo d’amore gratuito di Gesù, Figlio obbedientissimo al Disegno del Padre, Sposo appassionato e misericordioso della Chiesa Sposa e con essa di ogni famiglia e anima-sposa.

 

 

Canto d’inizio: Benedici il Signore anima mia (p.3)

1° Meditazione

 

Ascoltiamo

Dal Vangelo di Luca 22,15-20

«Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione,  poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio».

Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi».

 

Contempliamo

Siamo davanti al Mistero grande dell’Eucarestia, che noi desideriamo contemplare adesso come il segno eterno e vivente di quel sacrificio d’amore del Figlio offerto al Padre per la Riconciliazione dell’intera Creazione. Gesù si trova con i suoi nella sala alta del Cenacolo per mangiare la sua ultima Pasqua prima di morire e con tono carico di commozione e di confidenza comunica agli apostoli il suo desiderio di mangiare con loro in quella festa di Pasqua, preludio della Sua Pasqua .E’ il desiderio di chi sente giungere l’”ora”  più alta della sua vita, quella per cui era sceso dal Cielo, quella per cui aveva intensamente pregato:  l’ora  di offrire la Sua vita per amore di tutti gli uomini di ogni tempo. E’ l’ora della morte più straziante e insieme l’Ora della Sua Glorificazione nella quale ricongiunge la terra con il Cielo nell’abbraccio sponsale delle “nozze”. Ma per anticipare il Suo Sacrificio di salvezza ha istituito la Santissima Eucarestia come il Dono dei doni, il dono per eccellenza, perché preludio del dono di se stesso, della totalità della Sua persona di Uomo-Dio nonché dell’opera della salvezza. E questa offerta non è stata fatta agli apostoli lì presenti ma a tutti coloro che da quel momento fino alla consumazione dei secoli avrebbero desiderato  unirsi a Lui facendo “Comunione” con il Suo Corpo e il Suo Sangue. E congiunge, con la consegna  del  “Pane e del Vino” il dono del Sacerdozio perché ogni Eucarestia diventasse “memoriale” di quella notte santissima, cosi che  Questa non rimanesse confinata nel passato, giacché « tutto ciò che Cristo è, tutto ciò che ha compiuto e sofferto per tutti gli uomini, partecipa dell'eternità divina e perciò abbraccia tutti i tempi ».

 

Riflettiamo

Prima di lasciare questa terra Gesù compie il più grande gesto d’amore come anticipo e preludio dell’offerta totale del Suo Corpo e del Suo Sangue. Lui, lo Sposo, siede a mensa con i suoi. Nella sala non aleggia ne’ tristezza, ne’ rassegnazione, ma solo infinita tenerezza. Quella cena è voluta fortemente da Gesù, l’ha desiderata, cercata, attesa., perché “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”. Il suo desiderio è umano e divino. E’ implorazione e offerta, dove la tenerezza diventa invito di intimità. Vuole sentire i suoi apostoli vicini, perché ha un dono grande da fare a loro: Sè stesso, il, Suo Corpo e il Suo Sangue. E’ lo Sposo che cerca la sposa per esistere con lei e per lei in “una sola carne” L’invito a “prendere e mangiare” scalda il cuore, sollecita alla conversione, perché per sedere alla mensa dobbiamo accettare la logica del servizio e del dono, dove il  “fate questo in memoria di me” non significa solo ripetere ad ogni eucarestia i  gesti di quella cena, ma anche un invito amoroso a fare come Lui divenendo ognuno “dono” d’amore. Il banchetto eucaristico è allora il momento in cui  lo Sposo Divino alimenta e rinnova in ognuno  la spiritualità del dono e del servizio in tutte le  relazioni: da quelle  coniugali e familiari  fino a quelle ecclesiali e sociali.

 

5 minuti di silenzio

 

Preghiamo:

Signore Gesù, il Tuo dono d’Amore ci rapisce e ci commuove! Per raggiungere le nostre anime e per entrare in intimità profonda con noi ti sei fatto Pane da mangiare. Hai talmente desiderato unirti a noi da inventare la Santissima Eucarestia dove sei rimasto realmente Presente per offrirti incessantemente a noi come dono d’Amore. Aiutaci a comprendere che l’unica via della nostra felicità è quella di farci amare da Te, di permettere al Tuo amore di raggiungere l’abisso della nostra debolezza e miseria per realizzare con Te “una sola carne”. Aiutaci a capire che solo se ci spogliamo delle nostre sicurezze e autosufficienze posiamo entrare nella logica della reciprocità del dono accogliendo  senza riserve l’offerta indicibile del Tuo Corpo. Dacci la grazia di corrispondere pienamente al Tuo Amore amandoti in ogni cosa e sopra ad ogni cosa, ma soprattutto amandoti nel Corpo vivo  dei nostri fratelli. Come sono ancora troppo inquinate dall’egoismo le nostre relazioni! Quanto ancora siamo distanti dall’amarci gratuitamente come Tu ci hai amato!  Signore Gesù, Divino Sposo delle anime, facci scoprire che solo lasciandoci amare da Te possiamo assumere  i sentimenti del Tuo Cuore per divenire anche noi “pane spezzato e sangue versato” per i nostri fratelli.   

 

Per il tuo sangue versato, salvaci, o Signore.

 

Perché la tua gloriosa passione diventi per noi redenzione, ti preghiamo                                               

Perché le tue sante piaghe ci liberino dal male, ti preghiamo                                                     

Perché i tuoi dolori siano per noi conforto e speranza, ti preghiamo                                           

Perché il mistero pasquale tolga i nostri peccati, ti preghiamo                                                    

Perché il tuo Spirito donato nella croce ci riempia di amore, ti preghiamo                                            

Perché il sacrificio della croce ci muova a conversione, ti preghiamo                                         

Perché il sangue della nuova ed eterna alleanza rinnovi la vita, ti preghiamo

Cantiamo: Ubi caritas et amor, Ubi caritas Deus ibi est

Silenzio: 10 minuti

 

2° meditazione

Ascoltiamo

Dalla Familiari Consortio

 "La comunione tra Dio e gli uomini trova il suo compimento definitivo in Gesù Cristo, lo Sposo che ama e si dona come Salvatore dell'umanità, unendola a Sé come suo corpo. Egli rivela la verità originaria del matrimonio, la verità del principio e, liberando l'uomo dalla durezza del cuore, lo rende capace di realizzarla interamente. Questa rivelazione raggiunge la sua pienezza definitiva nel dono d'amore che il Verbo di Dio fa all'umanità assumendo la natura umana, e nel sacrificio che Gesù Cristo fa di se stesso sulla Croce per la sua Sposa, la Chiesa". Il matrimonio in quanto sacramento è rappresentazione reale dell'unione che esiste tra Cristo e la Chiesa e l'unica carne degli sposi "rappresenta il mistero dell'incarnazione del Cristo e il suo mistero di Alleanza"

 

contempliamo

L’amore sponsale fra un uomo e una donna è rappresentazione reale dell’unione fra Cristo e la Chiesa, è una “fiamma del Signore” che rivela che Dio è Amore.  Gli sposi sono chiamati ad essere trasparenza di quel Mistero di comunione presente all’interno della vita trinitaria perché esistendo come “maschio e femmina” nella reciprocità del dono e nella complementarietà delle differenze fanno trasparire  la bellezza di essere “una sola carne” attraverso la valorizzazione delle diversità sessuali, culturali, caratteriali. Le dinamiche della comunione trinitaria sono allora il modello a cui deve rifarsi ogni relazione coniugale. Ma culmine e fonte delle vita coniugale è l’amore sponsale di Gesù per la Chiesa Sua Sposa. e’ Lui lo Sposo incarnato che contrae le nozze con l’umanità sacrificando Se stesso per lei; è Lui che l’ha amata fino alla fine senza riserve mostrando un amore totale, esclusivo., fedele, fecondo del quale il matrimonio diventa segno.

 

Riflettiamo

se l’Eucarestia ripresenta l’alleanza d’amore di Gesù con la Chiesa, sigillata con il Sangue della Croce, dove il misteronuziale è espresso nel segno del Corpo dato e del Sangue versato, nel matrimonio gli sposi cristiani, come ci ricorda la F. C., “sono chiamati a vivere la stessa carità di Cristo che si dona sulla Croce” (F.C. 13) partecipando alla stesso amore con il quale Cristo amò la Sua Sposa e si è dato per lei. Esistendo “due in una sola carne” l’uomo e la donna esprimono le stesse caratteristiche del mistero nuziale divenendo reale rappresentazione del rapporto di Gesù con la Chiesa.

Il matrimonio è allora il mistero grande, come ci ricorda l’apostolo Paolo, perché nel sacramento delle nozze Gesù comunica agli sposi lo stesso amore nuziale che lo lega alla Chiesa Sua Sposa e fa del fragile amore umano un “segno” reale del Suo Amore che diventa nello spazio e nel tempo vera ripresentazione di quel Mistero. Guardando all’amore di un uomo e una donna dovremmo poter dire “guarda come Dio ci ama!” allora esiste un rapporto di reciprocità fra il sacramento dell’Eucarestia e il sacramento del Matrimonio, che si rende visibile nel segno del corpo: vivendo intensamente l’intimità coniugale nella verità, possiamo cogliere le risonanze sponsali dell’Eucarestia. Contemplando con stupore il Corpo dato e il Sangue versato, offerti da Gesù durante la cena eucaristica, possiamo riconoscere i veri dinamismi dell’essere due “in una sola carne”. In questa luce potremo comprendere la grandezza dell’essere chiamati, in quanto sposi, a contemplare l’amore eucaristico di Gesù. Perché se l’Eucarestia manifesta il senso permanente del “matrimonio nel Signore”, il matrimonio nel Signore rappresenta in se stesso una forza di “eucarestia realizzata” . entrambi sono dispiegabili dell’unico mistero sponsale del Cristo che si è donato senza riserve e fino in fondo alla Chiesa Sua Sposa di cui ogni famiglia, piccola cellula, ne è espressione.

 

5 minuti di silenzio

 

Preghiamo

Signore Gesù, Sposo appassionato e fedele, facendo nostre le parole di S. Teresa di G.B. ti ripetiamo: attiraci  a Te, noi correremo! Sì, correremo nella via dell’Amore! Se guarderemo incessantemente al Tuo dono d’Amore sulla Croce nulla più ci farà paura, neppure le nostre fragilità e debolezze. Facci comprendere che non è la nostra bravura a realizzare il matrimonio ma il dono del vino nuovo della Tua Grazia. E quando scopriamo di non avere neppure l’acqua da versare nelle giare dacci la grazia di capire che Tu non ti lasci scoraggiare dai nostri limiti ma ti lasci incoraggiare dalla nostra disponibilità. Aiutaci a confidare in Te.  Facci credere che nessun amore potrà mai finire se risalirà ogni giorno alla Sua sorgente, se comprenderà che Tu hai deposto il tuo  tesoro in vasi di creta e l’unico vero compito nostro è quello di riconoscere che l’amore dato  non ci appartiene, ma è un  Dono Tuo da custodire e alimentare ogni giorno. Sì, l’”Amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori” ed ogni famiglia è il “santuario” di questa Presenza.

Facci capire che nessun peccato personale, di coppia, familiare,  potrà mai offuscare il progetto di comunione del Padre e che possiamo rinnovare il nostro impegno di fedeltà all’altro sulla Tua, Unica fedeltà che non viene meno. Anche quando l’abbandono o il tradimento infrangono il disegno della Tua volontà. Anche allora facci confidare che l’Amore Tuo è per sempre e su questa fedeltà potremo trovare la forza di restare fedeli al Sacramento. Ed anche dove si interrompe quel progetto di comunione sponsale con la ferita della separazione custodisci intatto il dono della fedeltà al Sacramento, perché ogni anima che resta fedele alimenta, con la sofferenza offerta al Tuo Cuore, la fedeltà di tutta la Chiesa Sposa. Sì, niente va perduto in Te, perché Tu, Divino Samaritano, chinandoti sulle nostre ferite versi l’olio della consolazione e il Vino della Speranza capaci di “fare nuove tutte le cose” e di trasfigurarle con il Tuo Amore in feritoie di Luce per far passare ai fratelli la Tua Misericordia.

Dacci la Grazia di attingere da Te un amore sovrabbondante più grande e più forte di ogni male, disponibile a ricominciare in ogni istante a credere sempre e comunque nell’Amore a sperare tutto dall’Amore abbandonandosi senza riserve e con fiducia all’Amore. Amen.

 

Cantiamo: Ubi caritas et amor, Ubi caritas Deus ibi est

Silenzio: 10 minuti

 

(aggiunto a voce la mattina) Prima di recitare la preghiera a Gesù Sposo in forma litanica chiediamo perdono al Signore per aver risposto troppo poco all’Amore soprattutto all’interno delle relazioni familiari; per la nostra incapacità a vederci nuovi rinnovandoci fiducia e perdono; ma anche perché forse abbiamo fatto troppo poco, come comunità di credenti,  per far risplendere la bellezza del Progetto di Dio sul Matrimonio. Se molti matrimoni finiscono è perché non hanno consapevolezza che l’Amore è un Dono del Signore ricevuto da custodire e non un sentimento da gestire in privato.

Per quell’immagine di Comunione che in qualche modo abbiamo offuscato anche noi con le parole, le opere e le omissioni esprimiamo al Signore il nostro sincero pentimento:

 

Agnello di Dio che togli… (tre volte)

Ed ora ci rivolgiamo a Gesù Sposo della Chiesa, della Famiglia e di ogni anima. E’ Lui l’Unico Sposo da ascoltare, amare, adorare. È bello scoprire che verginità e matrimonio sono come due facce di una stessa medaglia che esprimono il Mistero nuziale: le vergini ci dicono  “chi” è lo Sposo, quella che sarà la condizione ultima di ognuno, gli sposi dicono “come”, attraverso la vita di relazione che ripresenta la dinamica della sponsalità di Gesù comunicata ai coniugi.

 

Preghiera a Gesù Sposo

 

Affidiamo ora a Maria tutte le nostre intenzioni di preghiera, soprattutto quelle che mettono in luce la sofferenza delle nostre famiglie, perché Lei, Madre di Misericordia che a Cana di Galilea si è accorta della mancanza del vino, interceda per noi chiedendo le Grazie di cui abbiamo bisogno.

 

Ave Maria

Sai lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento (3 volte)

Canto finale: Pane di Vita Nuova

 

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