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Il sito della Divina Misericordia - Firenze

In Toscana 8 Sedi di adorazione eucaristica perpetua.

Ogni sede, una storia che merita di essere raccontata, nelle pagine allegate, da chi l'ha vissuta, perché possa servire a chi segue.

Un piccolo spazio a disposizione per i parroci, i responsabili, per le persone che vogliono testimoniare i benefici ricevuti o solo cosa è cambiato dopo l'apertura. Uno spazio in positivo per proporre e anche per far conoscere alcune difficoltà del servizio.

 

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L'intima connessione fra Culto della Divina Misericordia e Adorazione Perpetua si ha in queste parole del Santo Padre (vedi testo completo):

Il 31 marzo 2005 il Santo Padre Giovanni Paolo II firmò una lettera destinata ad essere letta nel Santuario di Łagiewniki la domenica della Divina Misericordia. Nella lettera scrisse: “Sono lieto che questa domenica s’incomincerà nel Santuario l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento. La presenza eucaristica, come null’altro, incarna l’opera di misericordia compiuta per mezzo della Croce e della Risurrezione”.

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da: "L’Eucaristia nostra santificazione", meditazioni di Padre Raniero Cantalamessa, Editrice ANCORA Milano:

La contemplazione eucaristica non è dunque im­pedita, per sé, dall’aridità che a volte si può sperimentare, sia essa dovuta alla nostra dissipazione, sia invece permessa da Dio per la nostra purificazione.

Basta dare ad essa un senso, rinunciando anche alla nostra soddisfazione derivante dal fervore, per far felice lui e dire, come diceva Charles de Foucauld: «La tua felicità, Gesù, mi basta!•; cioè: mi basta che sia felice tu. Gesù ha a disposizione l’eternità per far felici noi; noi non abbiamo che questo breve spazio del tempo per far felice lui: come rassegnarsi a perdere questa occasione che non tornerà mai più in eterno? A volte la nostra adorazione eucaristica può sembrare una perdita di tempo pura e semplice, un guardare senza vedere; invece, quale forza e quale testimonianza di fede è racchiusa in essa! Gesù sa che potremmo andare via e fare cento altre cose che ci gratifichereb­bero assai di più, mentre rimaniamo lì, bruciando il nostro tempo in pura perdita. Quando non riusciamo a pregare con l’anima, possiamo sempre pregare con il nostro corpo e quello è un pregare con il corpo (anche se l’anima è tutt’altro che assente).

Contemplando Gesù nel Sacramento dell’altare, noi realizziamo la profezia fatta al momento della morte di Gesù sulla croce: Guarderanno a colui che hanno trafitto (Gv 19, 37). Anzi, tale contemplazione è essa stessa una profezia, perché anticipa ciò che faremo per sempre nella Gerusalemme celeste. È l’attività più escatologica (si dice della riflessione che si interroga sul destino ultimo dell'essere umano e dell'universo) e profetica che si possa compiere nella Chiesa. Alla fine non si immolerà più l’Agnello, né si mangeranno più le sue carni. Cesseranno, cioè, la consacrazione e la comunione; ma non cesserà la contemplazione dell’Agnello immolato per noi. Questo infatti è ciò che i santi fanno nel cielo (cf. Ap 5, 1 ss.). Quando siamo davanti al ta­bernacolo, noi formiamo già un unico coro con la Chiesa di lassù: essi davanti, noi, per così dire, dietro l’altare; essi nella visione, noi nella fede.

Nel libro dell’Esodo leggiamo che quando Mosè scese dal monte Sinai, non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui (Es 34, 29). Mosè non sapeva e neppure noi sapremo (perché così è bene che sia); ma forse avverrà anche a noi che, tornando tra i fratelli dopo quei momenti, qualcuno vedrà che il nostro viso è diventato raggiante, poiché abbiamo contemplato il Signore. E sarà questo il dono più bello che potre­mo fare ad essi.

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"L'adorazione è la relazione in cui noi siamo chiamati a stare alla presenza di Dio. Questo momento, però, richiede necessariamente il passaggio alla testimonianza, alla confessione di fede, appunto alla proclamazione", dice don Patrizio Rota Scalabrini, biblista (da "La presenza di Dio nel quotidiano" - Avvenire 3-11-2012 pag. 14) e aggiunge: "Riconoscere i segni della presenza di Dio ... significa cogliere il suo passaggio in tutti gli aspetti della propria vita. Dio non è confinabile nei limiti del rito e del culto, anche se da questi non si può prescindere".

 

Da SACRAMENTUM CARITATIS  DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI:

68. Il rapporto personale che il singolo fedele instaura con Gesù, presente nell’Eucaristia, lo rimanda sempre all’insieme della comunione ecclesiale, alimentando in lui la consapevolezza della sua appartenenza al Corpo di Cristo. Per questo, oltre ad invitare i singoli fedeli a trovare personalmente del tempo da trascorrere in preghiera davanti al Sacramento dell’altare, ritengo doveroso sollecitare le stesse parrocchie e gli altri gruppi ecclesiali a promuovere momenti di adorazione comunitaria. Ovviamente, conservano tutto il loro valore le già esistenti forme di devozione eucaristica. Penso, ad esempio, alle processioni eucaristiche, soprattutto alla tradizionale processione nella solennità del Corpus Domini, alla pia pratica delle Quarant’ore, ai Congressi eucaristici locali, nazionali e internazionali, e alle altre iniziative analoghe. Opportunamente aggiornate e adattate alle circostanze diverse, tali forme di devozione meritano di essere anche oggi coltivate.

 

La notte e la ricerca della Fede (Dal sito CEI - www.chiesacattolica.it/giovani)

La notte può essere, per i giovani, uno spazio della ricerca, della fede, della conversione, sull’esempio di quanto accaduto a Nicodemo ricercatore della verità. Nell’Anno della fede si potrebbero tenere alcune chiese aperte di notte, il venerdì o il sabato offrendo disponibilità e tempo per l’ascolto, per la preghiera personale e comunitaria, per l’Adorazione Eucaristica, per il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione.

I giovani possono mettersi in ascolto dei altri giovani, adulti e giovani insieme. La notte è per la testimonianza nel giorno, nella vita.

 

Se si intreccino le affermazioni di Benedetto XVI ( ... ritengo doveroso sollecitare le stesse parrocchie e gli altri gruppi ecclesiali a promuovere momenti di adorazione comunitaria) con quella di don Patrizio Rota Scalabrini  (L'adorazione ... richiede necessariamente il passaggio alla testimonianza, alla confessione di fede, appunto alla proclamazione) con le proposte della CEI (... alcune chiese aperte di notte, il venerdì o il sabato offrendo disponibilità e tempo per l’ascolto, per la preghiera personale e comunitaria, per l’Adorazione Eucaristica ...) si capisce che viene chiesto ai responsabili dell'adorazione una sensibilità ulteriore per far diventare l'adorazione "momento di vita" facendo proprie quelle iniziative di apertura agli altri per poter proporre l'adorazione una tantum ai bambini del catechismo e mensile ai giovani.

Vedi http://www.sentinelledelmattino.org/una-luce-nella-notte/tecnica-ulnn/  di Verona (da non confondere con l'iniziativa e i giovani di don Gianni Castorani). Capirai che "una luce nella notte" lascia una traccia indelebile in chi vi partecipa. I centri di Adorazione Perpetua devono diventare dei "fari" verso tutti, con iniziative specifiche e proposte. Da qui la necessità di comunicare fra le varie sedi, fra i vari responsabili. Credo bella e importante l'iniziativa dell'oratorio di San Martino a Campi di un "cammino di contemplazione" con appuntamenti mensili. (vedi in fondo pagina).

In fondo alla pagina è possibile lasciare commenti e osservazioni. Grazie    Franco

 

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Salmo 4

[1] Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Davide. 

[2] Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia: 
dalle angosce mi hai liberato; pietà di me, ascolta la mia preghiera. 

[3] Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore? 
Perché amate cose vane e cercate la menzogna? 

[4] Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele: 
il Signore mi ascolta quando lo invoco. 

[5] Tremate e non peccate, 
sul vostro giaciglio riflettete e placatevi. 

[6] Offrite sacrifici di giustizia 
e confidate nel Signore. 

[7] Molti dicono: "Chi ci farà vedere il bene?". 
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. 

[8] Hai messo più gioia nel mio cuore 
di quando abbondano vino e frumento. 

[9] In pace mi corico e subito mi addormento: 
tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare. 

 

 

10 RAGIONI PER ADORARE

  • Perché solo Dio è degno di ricevere tutta la nostra lode e la nostra adorazione per sempre.

  • Per dire grazie a Dio per tutto ciò che ci ha donato da prima che esistessimo.

  • Per entrare nel segreto dell’amore di Dio, che ci si svela quando siamo davanti a lui.

  • Per intercedere per tutta l’umanità.

  • Per trovare riposo e lasciarci ristorare da Dio.

  • Per chiedere perdono per i nostri peccati e per quelli del mondo intero.

  • Per pregare per la pace e la giustizia nel mondo e l’unità tra tutti i Cristiani.

  • Per chiedere il dono dello Spirito Santo per annunciare il Vangelo in tutte le nazioni.

  • Per pregare per i nostri nemici e per avere la forza di perdonarli.

  • Per guarire da ogni nostra malattia, fisica e spirituale e avere la forza per resistere al male.

 

PERCHÉ ADORAZIONE PERPETUA

Molti dicono che non c’è bisogno di fare adorazione perpetua. In cielo le schiere degli Angeli e dei Santi, uniti in eterna esultanza cantano ad una sola voce la santità di Dio (dalle prefazioni delle preghiere liturgiche). Gli prestano servizio giorno e notte (dal Libro dell’Apocalisse). Pertanto l’Adorazione in Cielo è Perpetua e quindi, se vogliamo entrare nella dimensione dell’Eternità ed esperimentare già da ora il nostro destino finale, le nostre comunità cristiane devono diventare vere scuole di preghiera (NMI 33) e permettere ai fedeli di vivere questa, che è la dimensione più vera dell’esistere.

Per quale motivo infatti le chiese dovrebbero essere chiuse: forse che il nostro Dio si riposa? Ci sono forse momenti in cui nessuno ha bisogno dell’aiuto e del conforto di Dio? Ci sono forse tempi in cui il male cessa di operare? Ci sono forse momenti in cui nessuno lavora? Ormai la nostra vita ha sempre di più ritmi incessanti di azione, di giorno e di notte, similmente bisogna che ci siano spazi di altrettanto incessante preghiera. Basta solo organizzarsi e riprendere possesso di quegli spazi, che altrimenti vengono immancabilmente conquistati dal male!