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Le Predizioni di s. Faustina

Gesù apprezza sempre i nostri sforzi, ma particolarmente se purificati dal “fuoco” della sofferenza. Vi invito a leggere con attenzione lo scritto sotto per capire come si debba sempre partire da una sofferenza per poter arrivare ad una affermazione e addirittura ad un trionfo. 

Il Suo disegno e il Suo percorso non sono mai come noi li pensiamo umanamente. Il Diario è la cronaca di un affidamento totale seguendo costantemente la Sua volontà, senza chiedersi dove porta: questo è il valore e l'insegnamento del Diario. Dice Faustina: "  ... mi spaventai per un momento e dissi al Signore: Gesù, dopotutto quest'impresa è Tua e perchè ti comporti così con lui, sembra quasi che gliela ostacoli, mentre esigi che la attui?". Parole di stupore, ma non di reazione, parole di grande fede.

Per il resto è cronaca, ma anche disegno di Dio. La Notificazione del 1959, che vietava il Culto della Divina Misericordia, deve aver sicuramente creato sconcerto nella Congregazione. Per anni tutto sembrava definitivamente cancellato. Ma nei cuori la devozione era rimasta ed è risbocciata purificata dal 1979 con più forza e determinazione dopo la nuova Notificazione che annullava la precedente.

Le predizioni di santa Faustina si sono avverate interamente. Come previsto nel Diario, il Culto si diffonderà prima in Polonia e poi nel mondo intero: noi siamo chiamati, in silenzio, a fare la nostra piccola parte per l’affermazione di questo progetto di Dio. Gesù, confido in Te!

 

Dal Diario:

(85) Wilno, 2.VIII.1934. Venerdì, dopo la S. Comunione, venni trasportata in ispirito davanti al trono di Dio. Davanti al trono di Dio vidi le Potenze celesti, che adorano Dio incessantemente. Al di là del trono vidi uno splendore inaccessibile alle creature; vi entra soltanto il Verbo Incarnato, come Mediatore. Quando Gesù penetrò in quello splendore, sentii queste parole: “Scrivi subito quello che ascolti: sono il Signore nella Mia Essenza e non conosco imposizioni né bisogni. Se chiamo delle creature alla vita, questo è per l’abisso della Mia Misericordia”. In quello stesso momento mi vidi nella nostra cappella come prima, nel mio inginocchiatoio; la S. Messa era terminata; queste parole le trovai già scritte.

(86) + Allorché vidi quanto il mio confessore (don Sopocko) doveva soffrire a causa di quest’opera, che Iddio suo tramite sta mandando avanti, mi spaventai per un momento e dissi al Signore: Gesù, dopotutto quest’impresa è Tua e perché ti comporti così con lui, sembra quasi che gliela ostacoli, mentre esigi che la attui? ​«Scrivi che giorno e notte il Mio sguardo riposa su di lui e che permetto queste contrarietà per aumentare i suoi meriti. Io do la ricompensa non per il risultato positivo, ma per la pazienza e la fatica sopportata per Me».

 

(87) Wilno, 26.X.1934. Venerdì, mentre dall’orto andavo a cena con le educande, erano le sei meno dieci, vidi Gesù sulla nostra cappella, con lo stesso aspetto di quando L’avevo visto la prima volta: così come è dipinto in questa immagine. I due raggi, che uscivano dal Cuore di Gesù, coprirono la nostra cappella e l’infermeria e poi tutta la città e si estesero sul mondo intero. Ciò durò forse circa quattro minuti e poi scomparve. Anche una delle figliole, che era assieme a me un po dietro alle altre, vide quei raggi, ma non vide Gesù e non vide da dove uscivano i raggi. Rimase molto impressionata e lo raccontò alle altre ragazze. Le ragazze cominciarono a ridere di lei dicendole che le era sembrato di vedere qualcosa e forse era una luce proveniente da un aereo, ma essa rimase saldamente ferma sulla propria opinione e disse che mal in vita sua aveva visto raggi di quel genere. Dato che le ragazze le obiettarono anche che forse quello era un riflettore, essa allora rispose che conosceva la luce dei riflettori. « Raggi così non ne avevo visti mai ». 

Quella ragazza dopo cena si rivolse a me e mi disse che quei raggi l’avevano talmente impressionata, che non riusciva a darsi pace: « Continuamente ne avrei parlato »; eppure non aveva visto Gesù. E mi ricordava continuamente quei raggi, mettendomi così in un certo imbarazzo, dato che non potevo dirle di aver visto Gesù. Pregai per questa cara anima, perché il Signore le concedesse le grazie di cui aveva tanto bisogno. 

Il mio cuore si rallegrò, perché Gesù stesso si fa conoscere nella Sua opera. Benché abbia avuto per questo motivo grandi dispiaceri, tuttavia per Gesù si può sopportare tutto. 

 

(88) + Quando andai all’adorazione, sentii la vicinanza di Dio. Dopo un momento vidi Gesù e Maria. Quella visione riempì la mia anima di gioia e chiesi al Signore: Quale è, Gesù, la Tua volontà in questa questione, sulla, quale il confessore mi ordina di interpellarTi? Gesù mi rispose: «È Mia volontà che stia qui e che non si licenzi ». E domandai a Gesù se andava bene la scritta: « Cristo, Re di Misericordia ». Gesù mi rispose: «Sono Re di Misericordia », e non disse: « Cristo ». « Desidero che questa immagine venga esposta al pubblico la prima domenica dopo Pasqua. Tale domenica è la festa della Misericordia. Attraverso il Verbo Incarnato faccio conoscere l’abisso della Mia Misericordia». 

 
 
 
(Tratto da una nota della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia e pubbl. in italiano nel libro "Davanti a Lui" pag. 122-125 A. Mondadori Editore)

La visione descritta al (D. 86) si riferisce al reverendo professor Sopocko, che doveva soffrire molto a causa della soppressione del culto della Divina Misericordia secondo le forme proposte da suor Faustina. La predizione si è avverata quasi alla lettera. 

Il decreto della Santa Congregazione del Santo Uffizio del 28.XI.1958 n. 65/52 e la Notificazione del 6.III.1959 vietavano di diffondere la devozione alla Divina Misericordia nelle forme proposte da suor Faustina. In conseguenza di ciò vennero tolte le immagini che in precedenza erano state collocate in molte chiese. I sacerdoti smisero di predicare sulla Misericordia del Signore. Lo stesso don Sopocko ricevette un severo ammonimento dalla Santa Sede e, per aver diffuso la devozione alla Divina Misericordia, ebbe molti altri dispiaceri.

Anche la CSBVMM (Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia) ricevette il divieto di diffondere il culto e, di conseguenza, di distribuire le immaginette e di propagare la coroncina, la novena e in genere tutto ciò che poteva riferirsi alla diffusione del culto della Divina Misericordia secondo le forme proposte da suor Faustina. Sembrava che «quest’opera, che pure il Signore raccomanda tanto...» fosse stata completamente annientata e che non sarebbe risorta più. 

Fino al giorno in cui fu emanata la Notificazione del 1958,l’immagine della Divina Misericordia, custodita nella casa della congregazione a Cracovia, dove è morta suor Faustina, era stata oggetto di grande venerazione ed era ricoperta di ex voto. La terza domenica del mese si celebrava la messa solenne e i sacerdoti facevano la predica sulla Divina Misericordia e la prima domenica dopo Pasqua si celebrava la festa della Divina Misericordia, che il cardinale Adamo Sapieha, per un periodo di sette anni, aveva arricchito dell’indulgenza plenaria.

Si deve prendere nota del fatto che il cardinale, Principe AdamoSapieha, arcivescovo di Cracovia (1912-1951), fu il primo ordinario in Polonia ad approvare coll’Iniprimatur le pubblicazioni che contenevano la devozione alla Divina Misericordia. In seguito ogni ordinario di Cracovia fu favorevole al messaggio e alla devozione nelle forme proposte da suor Faustina.

È interessante notare che la prima immagine della Divina Misericordia, dipinta a Wilno, fu esposta alla venerazione dei fedeli nel 1937, con l’autorizzazione dell’arcivescovo monsignor Romualdo Jalbrzykowski, nella chiesa di San Michele di quella città, appartenente proprio alla famiglia dei Principi Sapieha. Di quella chiesa era rettore allora don Michele Sopocko.

Di fronte al divieto della Santa Sede, le suore si rivolsero all’arcivescovo Baziak, allora ordinario di Cracovia, per sapere come dovevano comportarsi in merito all’immagine della Divina Misericordia che si trovava nella cappella delle suore e che era oggetto di venerazione da parte dei fedeli e come dovevano regolarsi a riguardo della festa che era stata celebrata fino ad allora. L’arcivescovo Baziak rispose di lasciare l’immagine al suo posto, di non impedire ai fedeli di chiedere davanti a essa le grazie loro necessarie e di non abolire la festa celebrata fino ad allora in onore della Divina Misericordia.

In tal modo il culto della Divina Misericordia superò la prova nel piccolo centro della congregazione a Cracovia in via Wronia 3/9, dove riposano le spoglie della Serva di Dio suor Faustina Kowalska. Nel momento attuale tale culto si intensifica nuovamente e suscita l’interessamento dei teologi. Dato che la prima parte della predizione si era avverata quasi alla lettera, c’era da supporre che anche la seconda parte si sarebbe realizzata. I fatti riportati qui sotto sono la prova evidente della veridicità della predizione di suor Faustina.

Il 30 giugno 1978 la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato negli Atti della Sede Apostolica (A.A.S., 70, pag. 350) una Notificazione firmata il 15 aprile 1978 dal suo prefetto, Sua Eminenza il cardinale Franjo Seper, e dal suo Segretario, l’arcivescovo monsignor J.J. Hamer, O.P., del seguente tenore: “Da diverse parti, specialmente dalla Polonia, anche autorevolmente, è stato chiesto se le proibizioni contenute nella Notificazione della Santa Congregazione del Santo Uffizio, pubblicata sugli A.A.S., anno 1959, p. 271, riguardanti la devozione alla Divina Misericordia nelle forme proposte da suor Faustina Kowalska, si debbano ritenere ancora in vigore. Questa Santa Congregazione, tenuti presenti i molti documenti originali, non conosciuti nel 1959, considerate le circostanze profondamente mutate, e tenuto conto del parere di molti Ordinari Polacchi, dichiara non più vincolanti le proibizioni contenute nella citata Notificazione”.

 

Il 12 luglio 1979 rispondendo al superiore generale della congregazione dei Padri Mariani dell’Immacolata Concezione della B.V.M. che, a nome del superiore della provincia americana di San Stanislao Kostka della stessa congregazione, chiedeva un autorevole chiarimento in merito all’estensione del contenuto espresso nella Notificazione del 1978 che revocava il divieto di diffondere la devozione alla Divina Misericordia nelle forme proposte da suor Faustina Kowalska, il prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, cardinale Seper, confermava:

 
Prot. N. 65/52
REVERENDISSIMO PADRE,
Con pregiata Lettera Prot. N. 39/79 del 27 giugno p.p., e relativi allegati, la Paternità Vostra esponeva le difficoltà incontrate a ottenere l’hnprimatur dall’Ordinario di Springfield, Mass., a pubblicazioni edite per iniziativa della provincia di San Stanislao Kostka di codesta congregazione in U.S.A., in relazione al ripristino della diffusione della devozione alla Divina Misericordia nelle forme proposte dalla Serva di Dio suor Faustina Kowalska. La difficoltà addotta dalla Curia di Springfield sarebbe sorta dall’interpretazione della Notificazione con cui questo Santo Dicastero, in data 15 Aprile 1978, dichiarò non più vincolante la precedente Notificazione del 6 Marzo 1959; per tale motivo Ella chiedeva un’autorevole chiarificazione sulla interpretazione dei limiti espressi nella Notificazione del 1978.
In merito mi pregio significarLe che con la nuova Notificazione (A.A.S., 30 Giugno 1978, p. 350), maturata alla luce della documentazione originale vagliata anche per l’accurato intervento informativo dell’allora arcivescovo di Cracovia, cardinale Carol Woityla, la Santa Sede ha inteso abrogare la proibizione contenuta nella precedente Notificazione del 1959 (A.A.S., 1959, p. 271), per cui si ritiene che non esista più, da parte di questa Santa Congregazione, alcun impedimento alla diffusione della devozione alla Divina Misericordia nelle autentiche forme proposte dalla Religiosa su menzionata.
Ciò non toglie al su citato vescovo di Springield il diritto di decidere, in base a sue particolari valutazioni delle circostanze locali, sull’opportunità di concedere l’Imprimatur in questione.
Nel comunicarLe quanto sopra per opportuna cognizione e norma, profitto dell’occasione per confermarmi con sensi di religioso ossequio.
 
 
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