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LODE E GLORIA A TE, S.G.

Catechesi di Padre Francesco Peyron


Lode e gloria a te Signore Gesù! Lode e gloria a te Signore Gesù! Lode e gloria a te Signore Gesù! Voi direte: “Si è incantato il disco” ma no, è perché veramente questa mattina parliamo della misericordia, del sacramento della riconciliazione, e allora dal cuore esce proprio questo grido: “Lode e gloria a te, il Crocifisso Risorto che col tuo sangue ci doni la vita”. Ho voluto premettere tre volte quest’invocazione perché nel nostro cuore si pianti profonda questa realtà: Dio ti ama, Dio ti salva, Dio ti libera. 


È una grande gioia essere qui con voi e poter dire quello che sento vero nel cuore circa il sacramento della riconciliazione, circa la misericordia di Dio, circa la nostra risposta. Vorrei partire citando due salmi. Inizio con il salmo 117 in cui per tre volte viene ripetuto “Eterna è la sua Misericordia”; eterna vuole dire che adesso, qui in mezzo a noi c’è questa Misericordia di Dio. E poi il salmo 94 che dice: “Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore”; oggi Gesù vuole parlarti in una maniera particolare. Oggi il Padre misericordioso che ti guarda con amore, che ti corre incontro, che ti abbraccia, che ti mette l’anello al dito, è presente qui per te. “Non indurite il vostro cuore”: lasciamoci toccare da questa misericordia, da questo Dio che vuole rifarci nuovi. Vuole rifare ciascuno di noi. Noi sappiamo quanto il male sia forte, quanto satana voglia creare disperazione e pessimismo nel cuore di ciascuno di noi, voglia tirarci verso il male per farci disperare perche intanto tutto è inutile. In questo il Signore ci dice invece: “Sono misericordia, ti abbraccio, ti faccio figlio, ti faccio nuovo”.

Allora questo è un momento di grazia, di pacificazione, di gioia, di speranza. Chiedo allo Spirito Santo e alla Madonna, qui presente nella bellissima statua di Fatima, che aiuti ciascuno di noi questa mattina a stampare nel profondo del cuore l’inizio di un cammino. Che sentiamo questo Dio luminoso, crocifisso e risorto che ci ama e ci dice: “Vieni, alzati, risorgi!”, come ha detto al paralitico: “Ti sono rimessi i tuoi peccati, e perché tu sappia che al Figlio dell’uomo è dato questo potere io ti dico: alzati!”. E quello si alza, non è più paralitico, non è più sotto il pessimismo, l’angoscia, la tristezza, la paura, il dubbio, la fatica, ma è risorto, in piedi, cammina! Vorrei che nel nostro cuore oggi potesse entrare in una maniera forte, profonda, questo: Gesù ti guarda con amore, ti tocca, ti dice “guarisci”, ti prende per mano, ti dice “alzati e cammina”. Nella mia esperienza di sacerdote quante volte, dopo una confessione ben fatta, sincera, aperta, data l’assoluzione ho sentito dire questo, che mi commuove sempre: “Come sono leggero, come mi sento bene adesso”. E non è un modo di dire, è proprio vero! Perché il peccato, il male sono come delle palle di ferro ai piedi che ti tengono giù. Quando la misericordia di Dio ti tocca, ti senti assolto veramente, ti senti abbracciato, nuovo, leggero ed è proprio la grazia che chiediamo oggi al Signore. Pensate un momento - alla parola “misericordia”: a metà cosa c’è? Cor, che in latino vuol dire cuore, allora misericordia vuol dire il cuore di Dio; in ebraico ci sono due parole che ricordano la misericordia, sono “hamrim e hesed”. “Hamrim” ha la stessa radice dell’involucro che fascia il bambino nel grembo della madre; pensate al bambino nel grembo della madre, fasciato da questo involucro: è misericordia, tenerezza, fasciare... Sono anni che ho la gioia e la grazia di frequentare le vostre Comunità e voi già lo sapete, conoscete queste cose, che i miracoli che avvengono nel cuore dei ragazzi, delle ragazze, dei genitori, sono frutto della misericordia di Dio, della potenza della croce. E veramente si rimane sorpresi! Sorpresi!

Queste cose le tocchi con mano e allora dici: “Che potenza il Sacramento della riconciliazione! L’Eucaristia!”. Mi sembra di poter dire che la Comunità per voi è un po’ come quella “hamrim”, come quel grembo che vi fascia con il suo amore, con la sua misericordia, anche con l’aiuto e la correzione fraterna, con gli “shampi”, le cosidette sgridate di Madre Elvira... e ci va tutto questo per generare una vita nuova. Allora crediamo con fermezza alla misericordia. Dobbiamo scuoterci, dobbiamo sperimentare questa potenza dello Spirito, il Dio che ti ama, che ti abbraccia, che ti perdona nonostante qualsiasi peccato. Pensate un momento al vostro passato, alla vostra vita, qualsiasi peccato ci fosse nel cuore: quella misericordia di Dio, se tu veramente ci credi, lo desideri, ti perdona; anche se avessi abortito, senti che la misericordia di Dio vuol perdonare anche quello e tu chiedi, quando ti confessi, qualora fossi caduta in questo peccato, chiedi che venga battezzato il tuo bambino abortito perché possa così accedere alla pienezza della luce del Signore.

Chiediamo allora la grazia di prendere veramente sul serio questo momento di luce, di grazia e di gioia, per non indurire il nostro cuore. Affidiamoci alla Madre della Misericordia; nel capitolo 19 di Giovanni c’è quel bellissimo versetto, direi uno dei punti più commoventi del Vangelo, quando Gesù in croce vede il discepolo che amava e dice: “Figlio, ecco tua Madre. Donna, ecco tuo figlio” e dopo il versetto dice: “E da quel momento, il discepolo la prese con sé”. Il greco è più espressivo, usa “istaidia”, che vuol dire: “Il discepolo la prese nei suoi affetti più cari”. Il discepolo la prese in quello che lui aveva di più caro. Domanda: tu pensaci un momento, hai già preso la Madonna nei tuoi affetti più cari? La Madonna è veramente entrata nella tua storia, nel tuo cuore, nella tua vita, nel tuo profondo, nella tua preghiera, nel tuo affidamento, nel tuo metterti sotto il suo manto e la sua protezione? Rispondi dentro. Se è sì, io ti dico che con Lei è entrato Gesù, e con Gesù la risurrezione, la pace, la vita, la gioia, la speranza, il futuro. Se dovessi rispondere “più o meno”, oggi puoi fare un passo verso di Lei. Chiediamo anche la grazia che in questa giornata di luce, di speranza, di misericordia, possiamo veramente accogliere anche la Madre della Misericordia nel cuore di ciascuno di noi. Adesso seguirà l’adorazione. Quel Gesù che passava per le vie della Palestina, passerà anche qui, in mezzo a noi. Ti darà la sua benedizione. Guardalo con intensità, chiedi qualcosa a Gesù, chiedi quello che senti più vero dentro, che ti tocca dentro. Lo guardi e dici: “Signore Gesù, come il cieco di Gerico, abbi pietà di me! Gesù, figlio di Davide, fa che io veda!”. Che la Madonna ci aiuti perché questo giorno bellissimo possa lasciare nel profondo del cuore di ciascuno di noi la certezza di un Dio che ti ama e che ti conduce, la certezza che sei un chiamato, una chiamata, a rispondere per portare la testimonianza, per donare luce, per sentirti prezioso ai suoi occhi! Ha dato la vita per te! Gesù è morto in croce per te e oggi ti dice: “Vieni, figlio, figlia, ti amo, aiutami a portare a questo mondo così pieno di tenebra, di male, di solitudine, di tristezza, aiutami a portare un raggio di speranza, di consolazione, di gioia, di vita”. “Non abbiate paura! Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi. Alleluia!”

Da: http://www.comunitacenacolo.it/viewpagina.asp?keypagina=2321


LA COMUNITA' CENACOLO

La nostra storia | Madre Elvira | Nella Chiesa | Una grande famiglia | Stile di vita |


Dalla fantasia dello Spirito Santo, attraverso l’intuizione di una donna consacrata, suor Elvira Petrozzi, è nata nel luglio 1983 la Comunità Cenacolo, come risposta della tenerezza di Dio Padre all’urlo di disperazione di tanti giovani stanchi, delusi, disperati, drogati e non drogati, alla ricerca della gioia e del senso vero della vita.

Collaborano con lei volontari, consacrati e famiglie, che vivono e si dedicano a tempo pieno e nella totale gratuità a servizio di quest’opera, riconosciuta dalla Chiesa come Associazione di Fedeli.

Nei luoghi dove la Provvidenza ci guida desideriamo essere una piccola ma luminosa luce nel mondo delle tenebre, un segno di speranza, una testimonianza viva che la morte non ha l’ultima parola.

A coloro che bussano alle porte della Comunità viene proposto uno stile di vita semplice, familiare, alla riscoperta del lavoro vissuto come dono, dell’amicizia vera e della fede nella Parola di Dio, fattasi carne in Gesù Cristo morto e risorto per noi. Crediamo che la vita cristiana nella sua pienezza sia la risposta vera ad ogni inquietudine dell’uomo, e che nessuno più di Colui che lo ha creato, sia in grado di ricostruire il suo cuore smarrito e perso in esperienze di vita senza senso. La nostra forza vuole essere l’Amore gratuito, quell’Amore che nasce dalla Croce di Cristo e che dà la vita ai morti, la libertà ai prigionieri, la vista ai ciechi. Siamo noi i primi a stupirci di quello che il Signore sta operando sotto i nostri occhi, e a ringraziarLo perché ci fa spettatori quotidiani della Sua Risurrezione, in forza della quale ogni giorno vediamo la vita tornare a sorridere sul volto di chi aveva perso ogni speranza.

 

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