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Il III Convegno Adorazione Eucaristica Perpetua in Toscana

Adorare il Signore, Parola e silenzio

17 novembre 2012 - Basilica di San Lorenzo FI

 

Mons. Claudio Magnago, vescovo ausiliare di Firenze.

 

Parola e silenzio sono dinamiche importanti per chi si pone con fede davanti al Signore. Se il silenzio viene considerato come vuoto, niente, brutto, svuotato del suo significato più vero, allora tante volte lo si riempie di parole inutili e vuote [horror silentii].

“Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa, il tuo Verbo onnipotente, Signore, è sceso nel mondo” (antica antifona del tempo di Natale). Il silenzio è un tema tipicamente natalizio, silenzio di Maria, della capanna, dei pastori. È in questo silenzio che il Verbo si fa carne e l’umanità lo accoglie. Senza silenzio, non è possibile vivere la liturgia, parola e silenzio si richiamano a vicenda. La Sacra Scrittura è un lungo e articolato dialogo fra Dio e il suo popolo. La parola è impastata di silenzio, perché è da quel primordiale silenzio che Dio plasma l’universo, anche il salmista parla del silenzio di Dio, e la parola di Dio non è mai urlata ma sempre sussurrata (cfr. 1Re 19: il profeta Elia e il qol demamà dakkà, voce di esile silenzio).

Dio non urla, perché si accosta all’uomo con delicatezza e misericordia; se urlasse, rischierebbe di annullarci, Dio è attento alla nostra persona, alla nostra vita. Il Verbo si fa carne, perché questa ha bisogno di essere sanata, Dio entra nel silenzio della carne per rigenerarla. La voce del Signore si avvicina a tutti. La storia di Gesù è un progressivo diminuire le parole e aumentare il silenzio, fino al Venerdì santo, che è tenebre, disperazione su tutto il mondo, ma proprio da quell’estremo silenzio nasce la vita nuova, la redenzione.

Parola e silenzio sono legati fra loro. Il silenzio del Verbo vince di fronte al peccato. Parola e silenzio sono coordinate importanti per la nostra fede, solo così la nostra esperienza di fede sarà vera, sincera. La Parola che viene dal silenzio entra nel silenzio della nostra umanità e allora la Sacra Scrittura ci propone un’icona, Maria, che è silenzio, dove la parola si fa carne, è accoglienza. Spesso al silenzio esteriore si accompagna il tumulto interiore, ma questo non è silenzio, silenzio è disponibilità ad accogliere la parola e allora si guardi a Maria per imitarla. Facciamo in modo da essere silenzio che fa spazio, che accoglie, silenzio che è apertura, disponibilità, concretizzatosi nell’”Eccomi”.

Nel silenzio riconosco che davanti a me c’è Qualcuno, una presenza. Se non riesco a stare in silenzio davanti a una persona, faccio fatica a rendermi conto di quella persona. Se sono silenzio davanti al Signore, riconosco che Dio ha una parola per me. Saper gustare il silenzio significa quasi intravedere il mistero di un Dio, che è per essena caritas, e rimanere stupiti, affascinati, senza parole. Il silenzio serve a riconoscere che la presenza è quella del Signore mio Dio, solo nel silenzio si riconosce la grandezza di Chi mi sta davanti, il silenzio rende ragione di questa presenza. Maria è stata anche il grembo, in cui la parola è stata custodita: “Maria meditava tutte queste cose nel suo cuore”. Questa è una parola minacciata da tante parole vuote, che tentano di portare via la parola, che custodiamo nel silenzio. Accanto a Maria c’è anche san Giuseppe, uomo giusto, perché vive nel silenzio, ed è quasi irritante il suo silenzio per la chiamata a vivere una situazione deprecabile. Il suo silenzio non è mancanza di personalità, ma apertura, accoglienza, azione fedele, obbedienza, perché lui deve custodire la Parola che si è fatta carne.

Ogni volta che la parola viene come dono, dobbiamo accoglierla, perché porti frutto. Nel silenzio della natura germoglia il frutto. Custodire nel silenzio e con il silenzio la parola di Dio significa anche custodire noi stessi, perché rischiamo di smarrirci nel turbine di parole assordanti, è custodire il senso profondo della nostra esistenza. “Vivere il silenzio significa chiedere che il silenzio custodisca noi” Georges Bernanos. Anche la nostra relazione con gli altri è custodita dal silenzio, in cui spesso la parola viene a separare, senza pensare che un po’ di silenzio possa aiutare la comunione. I mezzi ci danno molte comunicazioni, però è più facile sentirci soli, piaga che si diffonde in maniera endemica. Perché di fronte a tante notizie si è più superficiali? Viviamo in un contesto, in cui non possiamo lasciarci andare, sdiamo a corto di silenzio, che dà sostanza a ogni messaggio, proliferano parole non solo vuote, ma che spingono all’indifferenza, alla divisione. Noi dobbiamo essere con Cristo silenzio, da cui scaturiscono parole di vita.

I nostri impegni siano: 1) vigilare, per non finire nel baratro dell’urlo, e allora ci si alleni davanti a Lui. L’adorazione sia a) personale, per imparare la parola e il silenzio; e b) comunitaria, perché dal silenzio scaturisce la parola che è speranza per il mondo. Quel silenzio, quindi, nonè inutile, ma decisivo. Isacco di Ninive (VII sec.) ci dice di amare il silenzio più di tutto, perché esso ti dà di portare frutto, è dal silenzio che nasce ciò che ci porterà al silenzio. All’inizio il tacere richiede uno sforzo. L’uomo diventa come un fanciullo in mezzo alle creature.

La liturgia eucaristica è fons e culmen della fede. 

a cura di Rossella  P.

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Alcune Preghiere dei fedeli:

- Per la santa Chiesa, unita in Cristo mite Re di pace e illuminata dal Vangelo, perché possa proclamare la giustizia che Gesù ha manifestato dalla Croce.

Ascoltaci o Signore

 

- Ti ringraziamo Signore stasera per il dono della Tua Presenza Eucaristica qui e in tutte le chiese del mondo. Ci piace pensare che quel seme di adorazione eucaristica perpetua  deposto dalla Beata Teresa Maria della Croce, Bettina, quell’11 gennaio del 1902 nel cuore di questa città sia germogliato anche in questi otto luoghi della Toscana dove è sorta l’adorazione perpetua.

Ti ringraziamo per averci chiamati da ogni stato di vita, laici e consacrati, giovani e anziani  a svolgere un servizio  di lode e di intercessione per le necessità della famiglia, della Chiesa, dell’umanità, e  che la fedeltà all’incontro con Te, nei momenti lieti o dolorosi della vita, nel silenzio e nel segreto del cuore, manifesta al mondo il primato di Dio.

Lode a te o Signore, perché chi si affida al Tuo Amore sperimenta la sicurezza della Tua Grazia e l’insicurezza che ci rende umili.

Aiutaci a portare sempre più al Tuo Cuore Eucaristico le gioie e i dolori delle nostre esistenze per ricevere la Luce del Tuo Amore Misericordioso e divenire canali di Misericordia per i nostri fratelli con la preghiera, le parole e le opere.

Trasfigura le nostre miserie e debolezze perché i nostri cuori riconciliati diventino capaci di vivere rapporti di vera comunione fraterna per annunciare a tutti che sei il Salvatore, lo Sposo della Chiesa e dell’umanità chiamata ad entrare nella festa della Tua vita col Padre, nello Spirito. 

Ascoltaci o Signore 

 

 

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