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4° incontro: 22 maggio 2014

 

Ripeto quanto già detto nel I° incontro del 16 gennaio 2014, riportando poi il contenuto del Capitolo II di Giona:

 

Padre Mario Scalici, missionario del Sacro Cuore, ci guida nella lettura di Giona (VIII secolo a.C.) un profeta ebreo, il protagonista dell'omonimo libro dell'Antico Testamento, formato da soli quattro capitoli, così che, per la sua brevità, il libro di Giona è stato inserito tra i cosiddetti profeti minori. Si tratta, più che della effettiva messa per iscritto della predicazione di un profeta - come avviene per Isaia, Geremia e per tutti gli altri profeti maggiori e minori - di una sorta di "racconto esemplare" come quelli di Tobia, Giuditta, catalogati invece tra i libri storici dell'Antico Testamento. Si pensa che sia stato scritto molto tempo dopo l'epoca a cui si riferisce, in ambiente postesilico.

 

In ciascuno dei quattro incontri verrà esaminato un capitolo di Giona. Per una migliore comprensione anticipo il contenuto dei quattro capitoli: 

Nel capitolo 1 il Signore comanda a Giona, figlio di Amittai, di andare a predicare a Ninive". Giona invece fugge a Tarsis su una nave che è investita da un temporale e rischia di colare a picco dalla violenza delle onde. Giona allora ritrova improvvisamente il proprio coraggio e svela ai compagni di viaggio che la colpa dell'ira divina è sua, poiché ha rifiutato di obbedire al Signore.

E così, nel capitolo 2 Giona è gettato in mare, ma un "grande pesce" (da nessuna parte è precisato che si tratti di una Balena") lo inghiotte. Dal ventre del pesce, dove rimane tre giorni e tre notti, Giona rivolge a Dio un'intensa preghiera, che ricorda uno dei "Salmi". Allora, dietro comando divino, il pesce vomita Giona sulla spiaggia.

Nel capitolo 3, Giona ottempera la sua missione e va a predicare ai niniviti. Questi, contro ogni aspettativa, gli credono, proclamano un digiuno, si vestono di sacco e Dio decide di risparmiare la città. Ma qui riemerge l'istinto ribelle di Giona: lui non è contento del perdono divino, voleva la punizione della città di Ninive. Deluso chiede a Dio di farlo morire.

Così, nel capitolo 4, si siede davanti alla città e attende gli eventi. Il Signore fa spuntare un "Ricino" sopra la sua testa per apportargli ombra ed egli se ne rallegra moltissimo. Ma all'alba del giorno dopo un verme rode il ricino che muore, il sole e il vento caldo flagellano nuovamente Giona, che invoca di nuovo la morte. Iddio allora gli spiega: se tu ti rattristi a morte per una pianta di ricino, a maggior ragione mi ero rattristato io per la possibile morte di innocenti fra cui centoventimila bambini e tanti animali.

 

Dalla Bibbia: Giona - Capitolo IV


Ira di Giona e misericordia di Dio

1 Ma Giona ne provò grande dispiacere e ne fu sdegnato. 2Pregò il Signore: «Signore, non era forse questo che dicevo quand'ero nel mio paese? Per questo motivo mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore e che ti ravvedi riguardo al male minacciato. 3Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!».4Ma il Signore gli rispose: «Ti sembra giusto essere sdegnato così?».
5Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì una capanna e vi si sedette dentro, all'ombra, in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città. 6Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona, per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.
7Ma il giorno dopo, allo spuntare dell'alba, Dio mandò un verme a rodere la pianta e questa si seccò. 8Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d'oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venire meno e chiese di morire, dicendo: «Meglio per me morire che vivere».
9Dio disse a Giona: «Ti sembra giusto essere così sdegnato per questa pianta di ricino?». Egli rispose: «Sì, è giusto; ne sono sdegnato da morire!». 10Ma il Signore gli rispose: «Tu hai pietà per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita! 11E io non dovrei avere pietà di Ninive, quella grande città, nella quale vi sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?».

 
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