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La Coroncina alla Divina Misericordia

 

 

 

S.Faustina chiarisce come agisce la recita della Coroncina:

 

Quando entrai un momento in cappella, Gesù mi disse: «Figlia Mia, aiutaMi a salvare un peccatore in agonia; recita per lui la coroncina che ti ho insegnato». Quando cominciai a recitare la coroncina, vidi quel moribondo fra atroci tormenti e lotte. Era difeso dall'angelo custode, il quale però era come impotente di fronte alla grande miseria di quell'anima. Una moltitudine di demoni stava in attesa di quell'anima, ma mentre recitavo la coroncina vidi Gesù nell'aspetto in cui è dipinto nell'immagine. I raggi che uscirono dal Cuore di Gesù avvolsero il malato e le potenze delle tenebre fuggirono provocando scompiglio. Il malato spirò serenamente. Quando rientrai in me compresi che questa coroncina è importante accanto ai moribondi, essa placa l'ira di Dio.(Diario 1565)

 

 

 

Dì alle anime che non pongano ostacoli nel proprio cuore alla Mia Misericordia, la quale ha un grande desiderio di operare in esse. La Mia Misericordia agisce in tutti i cuori che le aprono la porta; sia il peccatore che il giusto hanno bisogno della Mia Misericordia. La conversione e la perseveranza sono grazie della Mia Misericordia. (Diario 1577)

Le anime che tendono alla perfezione abbiano un culto speciale per la Mia Misericordia, poiché l'abbondanza delle grazie che concedo loro proviene dalla Mia Misericordia. Desidero che queste anime si distinguano per una fiducia senza limiti nella Mia Misericordia, Io stesso Mi occupo della santificazione di queste anime, fornisco loro tutto ciò che serve per la loro santità. Le grazie della Mia Misericordia si attingono con un solo recipiente e questo è la fiducia. Più un'anima ha fiducia, più ottiene. Sono di grande conforto per Me le anime che hanno una fiducia illimitata, e su tali anime riverso tutti i tesori delle Mie grazie. Sono contento quando chiedono molto, poiché è Mio desiderio dare molto anzi moltissimo. Mi rattrista invece se le anime chiedono poco, comprimendo i desideri dei loro cuori». (Diariio 1578)

 

 


 

La Coroncina della Divina Misericordia deve essere così recitata:


All'inizio con il Segno di Croce si dice:

Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

 

Segue:

Padre Nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la Tua Volontà come in celo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non c'indurre in tentazione, ma liberaci del male. Amen

Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con Te, Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte. Amen

Credo in Dio, Padre Onnipotente, Creatore del celo e della terra e in Gesù Cristo suo unico figlio il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto ponzio pilato, fu crocefisso, morì e fu sepolto. Discese agli inferi. Il terzo giorno risuscitò da morte, salì a celo e siede alla destra di Dio Padre Onnipotente, di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la Santa Chiesa Cattolica, la Comunione dei Santi, la Remissione dei peccati, la Resurrezione della carne e la Vita Eterna. Amen

 

sui grani del Padre Nostro o che sono comunque staccati dalla decina successiva si recita:

Eterno Padre, ti offro il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.

 

sui grandi dell'ave maria si recita per dieci volte consecutivamente:

Per la sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.

 

dopo aver ripetuto la sequenza per 5 volte alla fine si recita per 3 volte consecutivamente:

Dio Santo, Dio Forte, Dio Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero

 

Si conclude la preghiera facendosi li segno della Croce e dicendo:

Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

 


 

Segue il Discorso di Giovanni Paolo II al Pontificio Seminario maggiore di Roma tenuto il 1 marzo 2003

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