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GLI ANGELI NELLA BIBBIA

 

È questa la nuova pubblicazione postuma a cura di Vito Pierattelli con disegni di Riccardo Sanna, diffusa il 20 ottobre 2013, festa di san Paolo della Croce.

Il libro era già pronto per le stampe quando p. Alfredo era ancora vivo.

 

Riporto di seguito:

- la lettera a conclusione della "sua fatica" con i ringraziamenti: "Terminato il mio viaggio terreno, purificato dai miei peccati, incontrerò anche Voi, angeli beati, e a voi dedicherò il mio ringraziamento per la vostra affettuosa assistenza; sarete la mia nuova famiglia per l’eternità, insieme alla Trinità Santissima e alla Vergine Immacolata". Con certezza padre Alfredo aveva intuito ciò che sarebbe successo a breve. Per questo aveva pensato, prima che il padre celeste lo chiamasse a sè, anche ad una benedizione per gli amici e conoscenti (clicca per accedere alla pagina). 

- la sua "confessione" dopo che aveva scritto il libro: è un documento che ci dà la dimostrazione dell'autenticità dell'opera. Al tempo stesso ci fa vedere l'umiltà della persona e il modo di riflettere sul cammino fatto. Anche noi dovremmo imparare, da questa lettera, a fermarsi e rivedere se tutto ciò che facciamo è conforme alla strada che ci eravamo prefissi. Ad uno sguardo superficiale la lettera sembrerà eccessiva, specie se consideriamo la santa persona che la scrive. In seguito se la rileggiamo ... e poi ancora la rileggiamo ... possiamo imparare molto! Grazie padre Alfredo!

 


 

LETTERA A CONCLUSIONE DEL LIBRO "GLI ANGELI NELLA BIBBIA"

 

Come passionista, come figlio della passione, il mio sguardo si posa sulle ultime parole di Zaccaria, nel capitolo dodicesimo del suo libro: “A colui che hanno Trafitto.” Il passo infatti si riferisce a Gesù crocifisso dal suo stesso popolo, il popolo eletto. Dalla parte del popolo che si convertirà a Lui, sarà riconosciuto come il Messia tanto atteso, come il Salvatore dell’umanità traviata. I Giudei convertiti piangeranno sul delitto dei loro padri, che ricade anche su di loro, come figli. Sarà un pianto amaro, come su un figlio unico, su di un primogenito.

  È il servo di Javèh che Isaia descrive a tinte fosche che sembra lo contempli davanti a se. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevano nessuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicammo castigato, percosso da Dio  e umiliato. “Egli è stato trafitto  per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci da salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.” ( Is 53, 3-6)

  Così, anche il profeta Isaia: “Guarda a colui che hanno trafitto.” Come lo guarda il discepolo che Gesù amava: “Chi ha visto ne da testimonianza, e la sua testimonianza è vera, egli sa che dice il vero perché anche voi crediate.” Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: “ Non gli fu spezzato nessun osso.” (Es 12,46). E un altro passo della Scrittura dice ancora: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.”

   Signore, che anch’io innalzi il mio sguardo a te e ti contempli, come il profeta Isaia, come il tuo discepolo prediletto, il quale non ti ha visto (grande previlegio), da lontano, circa settecento anni prima, come Isaia ti ha contemplato con i suoi occhi, ha constatato l’odio satanico che si è riversato su di Te, perché così ha voluto il Padre, che vedeva in te tutto l’umanità peccatrice. Ti ha contemplato, Giovanni, dal Getsemani fino al Calvario; anche lui era sotto la croce, accanto alla tua Madre addolorata.

Signore, vorrei entrare nel cuore di tua Madre. Essa non era sotto la croce, ma sulla croce, crocifissa con Te. Anche i flagelli hanno raggiunto la sua carne e le spine perforato il suo capo mentre penetravano nel tuo capo adorabile. Quel capo che, tante volte, Mamma affettuosa, aveva accarezzato e appoggiato sul tuo cuore.

  Mamma, le tue sono state esperienze uniche. Fa che possa comprendere il vostro dolore e il vostro amore per l’umanità. Che io possa comprendere, anche se in minima parte, tanto vostro dolore e amore e faccia di tutto perché cessi la causa di tanto dolore: il peccato!

  Signore, alla conclusione del mio libro: “GLI ANGELI NELLA BIBBIA”, esprimo gioia e contentezza per quanti ne ho incontrati attraverso il libro Santo. In questa mia fatica, non ero solo, non sono solo, il mio angelo mi ha infuso la forza e il coraggio di portare a termine questo libro. Terminato il mio viaggio terreno, purificato dai miei peccati, incontrerò anche Voi, angeli beati, e a voi dedicherò il mio ringraziamento per la vostra affettuosa assistenza; sarete la mia nuova famiglia per l’eternità, insieme alla Trinità Santissima e alla Vergine Immacolata.

  Grazie! Alleluia!

 


 

CONFESSIONE DOPO "GLI ANGELI NELLA BIBBIA"  


  Grazie mamma del dono che mi hai elargito nello scrivere questo libro che ho appena terminato: “Gli Angeli nella Bibbia”. L’ho detto fin dal principio che questo libro lo hai voluto Tu e sei Tu infatti che mi hai dettato la preghiera dell’Angelo Custode e la riflessione che ci hai fatto. Ma anche qui, quasi a conclusione, sento il bisogno di fare la mia confessione. 

  Riguardo: “Un esorcista si confessa” ti ringrazio del  tuo indugiare nel cammino, per i tuoi messaggi per me i più importanti, perché non sono individuali, ma collettivi,  cioè a beneficio della collettività: Il Rosario, il Rosario Eucaristico, la preghiera all’Angelo Custode.

  Mamma, il mio sguardo non va molto lontano, io non vedo il futuro, ma considero il presente che è per me un fallimento, fallimento del quale il colpevole sono io: gli esorcizzandi non liberati, i liberati non seguiti, gli assistiti lasciati a se stessi. 

È vero che Tu più volte hai detto che c’era chi operava contro di noi, contro il pastore e contro il gregge. Ma il pastore non ha difeso né se stesso, né  il gregge. I lupi rapaci hanno  imbrigliato il pastore e disperso il gregge, per cui il pastore non ha custodito il gregge come dice Dio nella Bibbia.

 Mamma non sono stato un buon pastore, non ho custodito il gregge permettendo che si  infiltrassero persone estranee per confondere il pastore e disturbare il gregge.

  Mamma, a distanza di ormai tre anni dalla pubblicazione del libro, soltanto ora vedo queste mie gravissime colpe. Ma, nonostante questo, la tua parola rimane ed opera sulle coscienze; certo se non ci fossero stati tanti ostacoli da me posti, Tu avresti donato altri messaggi ancora.

                                                                     
                                                     p. Alfredo Pallotta, passionista

 


 

Il libro "Il Nostro Angelo Custode", anch'esso postumo a cura di Vito Pierattelli, che è stato diffuso per la festa di San Paolo della Croce nel 2012, ha questa copertina:

 

Grazie padre Alfredo per continuare a vivere nei nostri cuori e per accompagnarci nella nostra vita!

 

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