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Stefano sei guarito!

Testimonianza della guarigione prodigiosa
di fra Stefano Mastrippolito, studente carmelitano di teologia

 

Stefano Mastrippolito e il professor Giovanni De Luca


Questa storia è riportata anche nel libro di Paolo Brosio

"Viaggio a Medjugorje" editore Piemme, pagg. 337-340.

 

( ... ) Fino a questo punto tutto sembrava andare per il meglio. La vita di famiglia procedeva regolarmente, con mamma Rita, il papà Bruno e il fratello Francesco, e così anche il suo percorso spirituale.

Improvvisamente, però, nel gennaio del 2007, un infarto fulminante non lascia scampo a papà Bruno che, a soli 51 anni, muore lasciando la famiiglia nella disperazione più profonda e, in più, in gravi difficoltà economiche. Francesco, il fratello piccolo, appena diciassettenne, cade in una grave depressione.

E questo non era che l’inizio di un lungo calvario che avrebbe avuto anche fra Stefano come protagonista.

È il giugno del 2008: una bella giornata di sole illumina la spiaggia di Arenzano dove Stefano cerca un po’ di ristoro dalle sofferenze degli ultimi mesi. Mentre sta facendo il bagno, ha improvvisamente dei crampi molto forti alle gambe, dolori lo costringono a uscire dall’acqua, ma non riesce a capire cosa sia successo. Qualcuno gli dice che sta perdendo sangue dalla schiena, molto sangue.

Da una bolla scoppiata sull’osso sacro, all’altezza del coccige. in fondo alla schiena, usciva moltissimo sangue. Era da alcuni anni che fra Stefano soffriva di mal di schiena inspiegabili e fortissimi, ma non avrebbe mai creduto di avere un problema così grave.

Al pronto soccorso, dopo una risonanza magnetica e un’ecografia, i medici trovano una ciste molto profonda che toccava l’osso sacro. Fu subito chiaro che la situazione era grave.

Dopo molte analisi, il 29 settembre 2008 fu operato perla prima volta a Genova, ma l’intervento non andò a buon fine. La ciste era rimasta al silo posto e in più si era creata un’infezione che lo costringeva a letto con la febbre e, fra l’altro, senza potersi sedere se non grazie a una speciale ciambella.

II calvario continuò con una nuova operazione, in un altro ospedale di Genova, il successivo 17 febbraio, però anche questa volta la ciste resistette al bisturi. Fra Stefano non poteva vivere la sua vita di preghiera, né andare a scuola. Non poteva fare quasi nulla, come lui stesso racconta. «Gli interventi non servivano a niente, perché questa infezione mi era rimasta praticamente per nove mesi senza soluzione. Poi, oltre a essere una sofferenza fisica, per me è stata anche una sofferenza spirituale, perché comunque avevo un po’ abbandonato anche le pratiche religiose, come l’andare a messa, recitare il rosario, e così via. Non vedevo una via di uscita ed ero molto preoccupato. In più c’era il rischio che i continui interventi chirurgici finissero per aggravare la situazione e che il tumore diventasse maligno.»

La sofferenza continua, anzi aumenta e nel mese di maggio 2009, scopre di dover essere operato per la terza volta. Nel frattempo il suo superiore, padre Giustino Zoppi, lo invita ad andare al Festival dei Giovani a Medjugorje.

«Padre Zoppi mi spinse con entusiasmo ad andare al festival, anzi, ricordo che qualche mese prima, mi era venuto a trovare nella stanza del convento di Genova. Quel giorno stavo proprio male e mi disse: “Stefano, io vado qualche giorno a Medjugorje: vorrei portare qualcosa di tuo alla Regina della Pace e affidarLe la tua sofferenza e chiederLe anche la tua guarigione”.

Mi sono alzato dal letto e gli ho consegnato una canottiera che lui ha preso e portato stilla collina delle apparizioni, affidando la mia sofferenza e la mia guarigione alla Regina della Pace.

Poi sono partito, il 31 luglio 2009, da Genova, dal convento in cui mi trovavo, e sono andato a Medjugorje non tanto per pregare, non tanto per chiedere una guarigione alla Madonna, ma per trovare almeno un po’ di pace, un po’ di gioia, un po’ di serenità.»

II 31 luglio, alle 16.30, arriva a Medjugorje. Quella sera partecipa a un’apparizione straordinaria della Madonna col veggente Ivan, nella quale la Gospa aveva pregato per tre categorie di persone: per i giovani, i religiosi e i malati.

«Mi riconoscevo in tutte e tre le categorie e mi sono chiesto se veramente la Madonna non stesse parlando proprio a me.»

Fra Stefano ancora non lo sapeva, ma stava iniziando un vero e proprio pellegrinaggio di rinascita spirituale nella sua vita. La notte fra il 4 e 5 agosto salì sul Krizevac, con grandissima sofferenza e fra dolori acutissimi. Pregando e piangendo arrivò in cima alla croce dove depose le sue cartelle cliniche e i referti e offrì a Maria la sua sofferenza chiedendo la guarigione. La notte successiva. fra il 5 e il 6 agosto. tornò stilla montagna e questa volta fu colto da crampi molto forti alle gambe, che avrebbero dissuaso chiunque dal continuare. Strinse i denti c arrivò in cima.

Il 6 agosto tornò ancora una volta vicino alla croce dove era stato la notte precedente per affidare la sua vita a Maria.

Ad un certo punto della preghiera ero in ginocchio e ho sentito una voce che mi ha detto: “Stefano, sei guarito” e io ho detto: “Che e cosa... ?”. Per altre due volte ho sentito: “Stefano, sei guarito”, “Stefano, sei guarito”. In quel momento sono scoppiato a piangere e, nel medesimo istante, ho sentito che la ferita che avevo si era completamente chiusa, era guarita, i dolori erano spariti.

Era una voce femminile, sicuramente una voce di donna, che ho sentito all’interno del mio cuore, una voce bellissima perché comunque quelle parole le ho sentite molto scandite — “Stefano, sei guarito”  e per ben tre volte.

 Subito dopo quell’esperienza incredibile, fra Stefano non volle parlare con nessuno. Vedendolo piangere accanto alla croce qualcuno si avvicinò e gli chiese se avesse bisogno di qualcosa, ma lui rispose che potevano stare tranquilli, che stava bene. Ed era la verità: improvvisamente sentì che tutti i suoi dolori erano scomparsi e anche la ciste che lo aveva torturato per mesi.

Non parlò nemmeno con la famiglia, né con i superiori. La mamma lo scopri solo qualche giorno dopo quando andò a Torino dal medico che lo curava, il professor Giovanni De Luca, un chirurgo oncologo che lo stava trattando con una terapia a base di laser. Prima di partire per Medjugorje, il 26 luglio, aveva fatto da lui la quinta seduta con il laser e doveva farne altre trenta perché la cura doveva durare fino al gennaio 2010. Ma. ogni volta che ci andava, la ferita peggiorava e l’infezione non voleva saperne di sparire.

«Quando sono arrivato da lui, avevo un sorriso e una gioia incredibili e gli ho detto: “Guardi, io sono guarito e da lei non devo più venire”.

Il medico mi ha fatto sdraiare sul lettino, mi ha tirato giù i pantaloni e ha visto che la ferita era completamente scomparsa, l’infezione non c’era più e la ciste era sparita. Ricordo che è rimasto un attimo lì a pensare e poi gli sono scese le lacrime dagli occhi. Ero ancora sdraiato sul lettino, il medico ha aperto la porta dello studio e ha fatto entrare mia mamma, che rimaneva sempre fuori quando mi curava con il laser, e le ha detto: “Guardi, signora, suo figlio è guarito”. E anche mia madre si è messa a piangere dalla gioia.

Il professor De Luca – che lavora all’università di Tor Vergata a Roma e presso la Casa di cura Villa Floria di Mignano Montelungo, e nel passato anche all’ospedale Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo – vide subito a occhio nudo che la pelle della ferita si era completamente attaccata, si era chiusa e non c’era più traccia di quello che aveva visto il 26 luglio, prima che fra Stefano partisse per Medjugorje.

Tanto è vero che, raggiunto al telefono, ci dice: «E come se da me fosse venuto un altro paziente, non fra Stefano, ma un paziente che non aveva mai avuto una grave e profonda ciste al coccige. Mai visto nulla di simile prima di allora!».

Nel mese di ottobre il medico ha rilasciato un certificato dove attestava la sua guarigione e la scomparsa di questa ferita rettale senza nessuna spiegazione scientifica.

«Certifico che il paziente Stefano Mastrippolito, di età 25 anni, affetto da “ciste pilonidale” riscontra una scomparsa totale della ferita senza nessuna spiegazione scientifica. Firmato: Dr De Luca Giovanni.»

Alla fine di questa straordinaria testimonianza che abbiamo raccolto dalla viva voce di fra Stefano, il 12 agosto 2011, nel monastero di Santa Croce di Bocca di Magra, queste righe.




Per grazia ricevuta

By Rai Vaticano | Aprile 26, 2010

 

Mi chiamo Stefano, sono un frate Carmelitano e sto studiando teologia al Seminario Arcivescovile della Diocesi di Genova, poco distante dal Convento di S. Anna, dove attualmente vivo.
Sono entrato in Seminario ad Arenzano all’età di 11 anni, dove ho frequentato le medie e il liceo classico.
Nel settembre del 2004 ho iniziato il noviziato (cioè sono diventato frate) l’anno successivo a settembre 2005 ho pronunciato, davanti a Dio, i voti di castità, povertà e obbedienza nella “Professione semplice”.
Gli anni 2008 e 2009 sono stati periodi difficilissimi della mia vita, tanta sofferenza… e tante volte ho pensato che Gesù non mi fosse più accanto.
Nel mio cuore c’era solo un domanda: “Dove sei Gesù?”.
Nell’agosto 2009 ho ricevuto una grande Grazia e ho sperimentato quanto Gesù e Maria sono presenti nella mia vita.
Il 6 agosto mi trovavo a Medjugorje, sul monte Kriscevaz, e ho sentito una voce che mi ha detto: “Stefano sei guarito”.
Si, io sono guarito, anche secondo la testimonianza dei dottori che mi hanno curato.


Eccovi la mia testimonianza:

Mi chiamo Stefano, sono frate carmelitano e frequento il 4° anno di teologia.
Sono legato a Medjugorje fin da bambino; la prima volta ci sono andato a 12 anni con mio papà, mia mamma e mia nonna per la Festa dell’Esaltazione della Croce; la seconda è stata nel 2004, quando ho chiesto ai miei genitori di andare al Festival dei giovani come regalo della maturità; la terza volta sono tornato quest’estate, di nuovo per il Festival dei giovani.
Oggi sono qui per parlarvi di una grande grazia ricevuta. Vorrei iniziare la mia testimonianza da una data che ha segnato la mia vita: il 22 gennaio 2007, giorno in cui ho perso la gioia e la serenità per la morte del mio caro papà; io e la mia famiglia abbiamo sofferto tanto! Quel giorno il mio rapporto con Gesù è cambiato, ho un po’ litigato con Lui; pensavo quasi che mi avesse abbandonato. Potrei dire che quel 22 gennaio la mia fede aveva iniziato a indebolirsi.
Nel mese di giugno 2008, mentre tornavo dal mare, mi sono sentito male; sono andato al Pronto Soccorso e mi è stata diagnosticata una ciste sacro-coccìgea molto profonda. L’anno 2008/2009 è stato per me molto difficile, sono stato molto male: due operazioni nel giro di poco tempo (la prima il 29 settembre 2008 e la seconda il 17 febbraio 2009); due ricoveri; mi hanno visitato la bellezza di 30 chirurghi di tre ospedali differenti; per sei mesi ero quasi tutti i giorni in ospedale; e poi, tutte le complicazioni che sono capitate…
In breve, per dieci mesi ho avuto nel mio corpo una ferita aperta con infezione, che mi portava ad avere febbre e quindi a stare male: non potevo svolgere una vita normale, e dovevo sempre stare a letto.
Ma ormai, da qualche mese, queste cose sono passate, non esistono più nei miei pensieri. In questo periodo tante persone, confratelli, parenti, amici, forse notando qualcosa di strano, mi hanno chiesto: come stai? tutto bene? sei guarito? Ora la mia vita si è trasformata, e il mio entusiasmo è andato a 1000!
Nel mese di Marzo, il Padre Provinciale andava in pellegrinaggio a Medjugorje, mi ha chiesto se gli davo una mia canottiera da portare alla Madonna, per affidare la mia sofferenza e chiedere la mia guarigione alla Regina della Pace.
Qualche mese fa’, a maggio, un giorno in cui stavo proprio male, il mio superiore mi ha detto: “Stefano, vieni con noi a Medjugorje al Festival dei giovani?”. Senza troppo esitare, dal mio cuore è uscito: “Sì, vengo anch’io!”. Vorrei notare che questo “sì” era il primo dopo tanti “no” detti per via della salute a tante altre proposte.
Qualche giorno dopo ho saputo che dovevo essere operato per la terza volta. Quanto ho pianto quel giorno… come ero disperato! Nel mese di giugno ho conosciuto un bravo chirurgo, dell’Ospedale di San Giovanni Rotondo, che ha iniziato a curarmi con il laser. La prima volta che mi ha visitato ha detto: “Caro fra Stefano, hai una ferita molto brutta… con il laser ne avrai fino a gennaio”. E’ stato difficile fidarmi di questo dottore, ma mi sono fidato e ho iniziato le sedute con il laser. Prima di partire per Medjugorje, il 26 luglio, sono andato da lui, e la ferita era ancora piena di pus… ero disperato!
Il 30 luglio sono partito per questo pellegrinaggio a Medjugorje. A dir la verità, all’inizio più che andare a pregare volevo andarmi a divertire, volevo trovare un po’ di gioia e di allegria. Ma quando sono arrivato dopo il lungo viaggio, appena sceso dal pulmino, ho sentito che dovevo mettermi a pregare, ho capito che non ero lì per divertirmi. Quella sera ho fatto diverse ore di preghiera intensa: rosario, Messa (era la seconda della giornata) e adorazione. Potrei dire che quella sera è iniziato il mio vero pellegrinaggio, un “pellegrinaggio di rinascita”, come amo chiamarlo.
Ho pianto tanto in quei giorni… mentre non mi era mai successo di piangere nei pellegrinaggi precedenti; era da 10 mesi che non riuscivo ad inginocchiarmi, e quella sera per la prima volta mi sono inginocchiato. In quelle ore di preghiera ho chiesto a Maria: “Cara Regina della Pace, sono venuto qui da te! Non voglio vedere niente di strano, non voglio sentire nessuna voce, ma ti chiedo di aiutarmi a guarire… non voglio più soffrire. Grazie!”.
In quei giorni trascorsi a Medjugorie mi alzavo alla mattina molto presto, e salivo scalzo sul monte delle apparizioni per chiedere la guarigione. Il 4 agosto, giorno in cui la Chiesa ricorda S. Giovanni Maria Vianney, mio grande protettore, sono andato a casa della veggente Marjia e le ho chiesto se durante l’apparizione potevo mettermi dove appariva la Vergine Maria. La notte tra il 4 e il 5 agosto, intorno alle 2.00, sono voluto salire sul monte Kriscevaz; nel salire ho recitato tutti i misteri del Rosario e ho pianto tantissimo. Arrivato alla grande croce, mi sono inginocchiato. Sono stato lì diverso tempo, piangevo e pregavo, e ho di nuovo chiesto alla Regina della Pace la mia guarigione.
La notte successiva (era l’ultima notte che trascorrevo a Medjugorie) sono salito di nuovo su questa montagna, sempre intorno alle 2.00. Questa volta c’erano tantissimi giovani. Insieme a un gruppo di amici abbiamo iniziato la Via Crucis. Dopo la terza stazione mi sono sentito male, mi sono venuti crampi fortissimi alle gambe e mi hanno fatto sdraiare a terra. Ai miei amici ho detto: “Io scendo, non ce la faccio più”, ma dentro di me sentivo che dovevo salire. Proprio in quel momento mi si è avvicinata una signora che non conoscevo, che mi ha dato il suo bastone per continuare a camminare. Ho ripreso la salita, anche se ci ho messo tantissimo tempo; crampi fortissimi, un continuo lacrimare… sono arrivato in cima intorno alle 4.30!
Alle 5.00 c’è stata la Messa. È stato bellissimo celebrare la Messa sul monte il giorno della Trasfigurazione! Finita la Messa, sono voluto andare a pregare vicino alla Croce. Mi trovavo in ginocchio e piangevo. Allora ho sentito una voce di donna che mi diceva: “Stefano, sei guarito!”. Mi sono spaventato e ho detto: “Che cosa… che cosa?”. E di nuovo: “Stefano, sei guarito! Stefano, sei guarito!”.
È difficile dire cosa ho provato in quei secondi… piangevo dalla gioia, così tanto che delle persone vicine mi hanno chiesto se stavo male, se avevo bisogno di qualcosa. Sceso dalla montagna, non ho detto niente a nessuno; ero scioccato da quella voce che avevo sentito. Sono arrivato alla pensione, mi sono ritirato in stanza, mi sono toccato la ferita senza guardarla perché non avevo il coraggio… ma ho potuto notare che tutta l’infezione era uscita.
Domenica 9 agosto avevo l’appuntamento per fare il laser a Torino. Appena sono entrato nello studio del dottore ero di una allegria fuori dal normale. Nessuno sapeva ancora cosa mi era capitato. Al dottore ho detto: “Io sono guarito, non vengo più a fare il laser!”. Mi ha visitato: la ferita era ed è del tutto chiusa; niente pus e nessuna traccia d’infiammazione. Sono guarito!!!
Il 6 settembre ho fatto un secondo controllo dopo un mese, e tutto era a posto: ferita chiusa, niente pus, io stavo benissimo. Nel mese di ottobre, precisamente il 4, sono tornato per fare un altro controllo a distanza di due mesi: non era cambiato niente, era tutto a posto. Il dottore quel giorno mi ha lasciato una dichiarazione che diceva così: “Io certifico che al paziente Stefano Mastrippolito, di età 25 anni, da me visitato, è scomparsa la ferita rettale, senza spiegazione scientifica. Prof. Dott. Giovanni De Luca”.
Nella mia vita è successo qualcosa di veramente grande, difficile da spiegare. Solo Gesù lo sa. La mia vita è cambiata. Pregate per me, che possa mantenere vivo questo regalo che mi è stato donato, e che non mi sia mai tolto. Ho capito che i migliori chirurghi del mondo sono Gesù e sua Madre Maria!
Grazie Gesù! Grazie Maria! Amen.

 



Una grazia ... che mi ha cambiato la vita

 

Tratto da "Il Messaggero", febbraio 2010.   Questa è la testimonianza rilasciata da p. Stefano, Carmelitano.

Vorremmo che lui a distanza di tempo ci confermasse, con altre parole, questa guarigione ...

 

L'anno 2008/2009 è stato per me molto difficile, sono stato molto male: due operazioni nel giro di poco tempo, due ricoveri; mi hanno visitato la bellezza di 30 chirurghi di tre ospedali differenti; per sei mesi, ero quasi tutti i giorni in ospedale, e poi tutte le complicazioni che sono capitate...

Inoltre, da tanto tempo ormai mi mancavano la gioia e la serenità, da quel 22 gennaio 2007 in cui è morto il mio caro papà: io e la mia famiglia abbiamo sofferto tanto!

Il mio rapporto con Gesù era cambiato, ho anche un po' litigato con Lui; pensavo quasi che mi avesse abbandonato. Potrei dire che quel 22 gennaio la mia fede aveva iniziato a indebolirsi.

Ma ormai, da più di un mese, queste cose sono passate, non esistono più nei miei pensieri. In

questo periodo tante persone, confratelli, parenti, amici, forse notando qualcosa di strano, mi hanno chiesto: come stai? Tutto bene? Sei guarito? La ferita si è chiusa? Ora la mia vita si è trasformata, e il mio entusiasmo è andato a 1000T

Qualche mese fa' a maggio, un giorno in cui stavo proprio male, il mio maestro, Padre Domenico mi ha detto: "Stefano vieni con noi a Medjugorje al Festival dei giovani?". Senza troppo esitare, dal mio cuore è uscito: "Sì, vengo anch'io!".

Vorrei notare che questo "sì" era il primo dopo tanti "no" detti per via della salute a tante altre proposte.

Qualche giorno dopo ho saputo che dovevo essere operato per la terza volta. Quanto ho pianto! Come ero disperato! Nel mese di giugno ho conosciuto un bravo chirurgo, che ha iniziato a curarmi con il laser. La prima volta che mi ha visitato ha detto: "Caro fra Stefano, hai una ferita molto brutta... con il laser ne avrai fino a gennaio". È stato difficile fidarmi di questo dottore, ma mi sono fidato e ho iniziato le sedute con il laser. Prima di partire per Medjugorje, il 26 luglio, sono andato da lui, e la ferita era ancora piena di pus... ero disperato!

Il 30 luglio sono partito per questo pellegrinaggio a Medjugorje. A dir la verità, all'inizio più che andare a pregare volevo andarmi a divertire, volevo trovare un po' di gioia e di allegria, ma quando sono arrivato dopo il lungo viaggio, appena sceso dal pulmino ho sentito che dovevo mettermi a pregare, ho capito che non ero lì per divertirmi. Quella sera ho fatto diverse ore di preghiera intensa: rosario, Messa (era la seconda della giornata) e adorazione. Potrei dire che quella sera è iniziato il mio vero pellegrinaggio, un "pellegrinaggio di rinascita", come amo chiamarlo.

Ho pianto molto in quei giorni ... mentre non mi era mai successo di piangere nei pellegrinaggi precedenti. Era da 10 mesi che non mi inginocchiavo e quella sera per la prima volta mi sono inginocchiato. In quelle ore di preghiera ho chiesto a Maria: "Cara Regina della Pace, sono venuto qui da te! Non voglio vedere niente di strano, non voglio sentire nessuna voce, ma ti chiedo di aiutarmi a guarire ... non voglio più soffrire. Grazie!".

In quei giorni trascorsi a Medjugorje mi alzavo alla mattina molto presto, e salivo scalzo sul Monte Podbrdo delle apparizioni per chiedere la guarigione. Il 4 agosto, giorno in cui la Chiesa ricorda S. Giovanni Maria Vianney, mio grande protettore, sono andato da una veggente e le ho chiesto se durante l'apparizione potevo mettermi dove appariva la Vergine Maria. La notte tra il 4 e il 5 agosto, intorno alle 2.00, sono voluto salire sul monte Kriscevaz; nel salire ho recitato tutti i misteri dei Rosario e ho pianto tantissimo. Arrivato alla grande croce, mi sono inginocchiato. Sono stato lì diverso tempo, piangevo e pregavo, e ho di nuovo chiesto alla Regina della Pace la mia guarigione.

La notte successiva (ero l'ultima notte che trascorrevo a Medjugorje) sono salito di nuovo su questa montagna, sempre intorno alle 2.00. Questa volta c'erano tantissimi giovani. Insieme a un gruppo, di amici abbiamo iniziato la Via Crucis. Dopo la terza stazione mi sono sentito male, mi sono venuti crampi fortissimi alle gambe e mi hanno fatto sdraiare a terra. Ai miei amici ho detto: "Io scendo, non ce la faccio più", ma dentro di me sentivo che dovevo salire.

Proprio in quel momento mi si è avvicinata una signora che non conoscevo, che mi ha dato il suo bastone per continuare a camminare. Ho ripreso la salita, anche se ci ho messo tantissimo tempo; crampi fortissimi, un continuo lacrimare. Sono arrivato in cima intorno alle 4.30!

Alle 5.00 c'è stata la Messa. Che bello, aver potuto assistere alla Messa sul monte il giorno della Trasfigurazione! Finita la Messa, sono voluto andare a pregare vicino alla Croce. Mi trovavo in ginocchio e piangevo. Allora ho sentito una voce di donna che mi diceva: "Stefano, sei guarito!". Mi sono spaventato e ho detto: "Che cosa ... che cosa?". E di nuovo: "Stefano, sei guarito! Stefano, sei guarito!". È difficile scrivere cosa ho provato in quei secondi … piangevo dalla gioia, così tanto che delle persone vicine mi hanno chiesto se stavo male, se avevo bisogno di qualcosa.

Sceso della montagna, non ho detto niente a nessuno; ero scioccato da quella voce che avevo sentito. Sono arrivato alla pensione, mi sono ritirato in stanza, mi sono toccato la ferita senza guardarla perché non ne avevo il coraggio... ma ho potuto notare che tutta l'infezione era uscita.

Domenica 9 agosto avevo l'appuntamento per fare il laser a Torino. Appena sono entrato nello studio del dottore ero di una allegria fuori del normale. Nessuno sapeva ancora cosa mi era capitato. Al dottore ho detto: "Io sono guarito, non vengo più a fare il laser!". Mi ha visitato, e la ferita era del tutto chiusa; niente pus e nessuna traccia d'infiammazione.

Nella mia vita è successo qualcosa di veramente grande, difficile da spiegare. Solo Gesù lo sa. La mia vita è cambiata. Tante volte, quando stavo male, il mio Provinciale, Padre Giustino, mi veniva a trovare e mi diceva: "Stefano, se vai in Africa, guarisci". Oppure: "Stefano, quando sei guarito devi andare in Africa!". Su quel monte il 6 agosto ho sentito un grande desiderio di andare a con­scere le nostre missioni in Centrafrica. Non avrei mai pensato prima di poter avere questo grande desiderio, che ora sento fortissimo. Pregate per me, che possa mantenere vivo questo regalo che mi è stato donato, e che non mi sia mai tolto. Ho capito che il migliore chirurgo sulla terra sei tu, Gesù, e sei tu. Madre Maria.

Grazie Gesù! Grazie Mamma del Cielo!

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