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« Il Sinodo è infatti un'espressione particolarmente fruttuosa e lo strumento validissimo della collegialità episcopale. » (Papa Giovanni Paolo II, discorso al Consiglio della segreteria generale del Sinodo dei Vescovi, 30 aprile 1983)

Il Sinodo dei Vescovi è un'istituzione permanente del Collegio episcopale della Chiesa cattolica. Fu papa Paolo VI che lo istituì il 15 settembre 1965 in risposta al desiderio dei padri del Concilio Vaticano II per mantenere viva l'esperienza dello stesso Concilio. Il documento con cui fu istituito il Sinodo è la lettera apostolica-Motu proprio Apostolica sollicitudo. È un'assemblea dei rappresentanti dell'episcopato cattolico che ha il compito di aiutare con i suoi consigli il Papa nel governo della Chiesa universale. Il Sinodo dei vescovi è sempre convocato, presieduto e concluso dal Romano Pontefice.

 

Il sinodo si riunisce in tre forme:

- assemblea generale ordinaria: un'ampia rappresentanza di vescovi da tutto il mondo si riunisce con cadenza periodica (attualmente ogni tre anni) per discutere questioni di interesse generale;

- assemblea generale straordinaria: una più stretta rappresentanza di vescovi da tutto il mondo si riunisce all'occorrenza per discutere questioni urgenti di interesse generale;

- assemblea speciale: un'ampia rappresentanza di vescovi appartenenti ad una specifica area geografica si riunisce all'occorrenza per discutere questioni relative alla propria area.

 

Il sinodo esprime pareri e voti in forma consultiva, mai deliberativa. Tuttavia di norma il Papa prende spunto dalle conclusioni del sinodo per pubblicare una esortazione apostolica post-sinodale, ovvero un documento magisteriale che propone a tutta la Chiesa la riflessione svolta dal sinodo.